La proposta di legge firmata dal presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano e dalla deputata Pd Marialuisa Gnecchi prevede diverse forme di pensione anticipata. Una proposta sulla flessibilità in uscita promossa da Lavoro&Welfare e Progressi, a sostegno della quale sono state raccolte 50mila firme. Prossimo passo, scrivere al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al presidente del Senato Pietro Grasso e alla presidente della Camera Laura Boldrini per chiedere un incontro e consegnare le firme.
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In base alla proposta, con 35 anni di contributi scatterebbe la possibilità di ritirarsi dal lavoro con 4 anni di anticipo e una decurtazione dell’assegno del 2% l’anno. Il taglio scenderebbe con l’aumento degli anni di contribuzione. Con 41 anni di contributi, l’accesso alla pensione piena scatterebbe con qualsiasi età anagrafica. In dettaglio:
- 4 anni di anticipo (62 anni e sette mesi) e 35 di contributi: si perde l’8% di pensione, il 2% per ciascun anno di anticipo.
- 4 anni di anticipo e 40 di contributi: si perde il 3% di pensione.
- 1 anno di anticipo (65 anni e 7 mesi) e 35 di contributi: si perde il 2% di pensione.
- 1 anno di anticipo e 40 anni di contributi: si perde lo 0,3% di pensione.
- 41 anni di contributi: a qualsiasi età pensione senza decurtazione.
Intanto, prosegue il confronto tra Governo e Sindacati sulla flessibilità in uscita, con la proposta dell’Esecutivo dell’anticipo pensionistico APE, meccanismo che consente di ritirarsi con 3 anni di anticipo prendendo un assegno/prestito sulla pensione, poi restituito con rate ventennali. Il taglio dell’assegno è più alto di quello previsto dalla proposta Damiano (può superare il 15%) ma è previsto un meccanismo di detrazioni fiscali per alleggerire il peso della restituzione dell’anticipo fino ad azzerarla per i redditi più bassi.
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Secondo Damiano, anche l’APE potrebbe essere esteso a 4 anni di anticipo e bisognerebbe eliminare le penalizzazioni sulla pensione per i disoccupati di lunga durata. Ricordiamo Damiano e Gnecchi sono firmatari anche di un’altra proposta relativa alle pensioni, quella per l’ottava salvaguardia esodati a tutela di 25-30mila lavoratori rimasti senza stipendio e senza pensione dopo la Riforma Fornero 2011.