La Cgil ha raccolto le firme per presentare un referendum sul Jobs Act: 3,3 milioni di firme per tre quesiti che accompagnano una proposta di legge di iniziativa popolare sulla “Carta dei diritti universali del lavoro”. Le firme per il referendum sulla Riforma del Lavoro sono state depositate in Corte di Cassazione il primo luglio.
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I tre quesiti chiedono la cancellazione dei voucher per il lavoro accessorio, reintegro in caso di licenziamento illegittimo nelle aziende sopra i cinque dipendenti e la reintroduzione della piena responsabilità solidale negli appalti. Così commenta Susanna Camusso, segretaria generale Cgil:
«E’ un risultato straordinario e importante che testimonia il consenso che le proposte della Cgil incontrano nel Paese».
Ricordiamo brevemente che il Jobs Act:
- ha potenziato il lavoro accessorio alzando i tetti di reddito all’interno dei quali è possibile pagare attraverso voucher da 7mila (prima 5mila), aprendo questa forma di lavoro a tutti i settori,
- ha limitato la possibilità di reintegro ai soli casi di licenziamento discriminatorio o alcune fattispecie di licenziamento disciplinare.
- per la responsabilità solidale negli appalti prevede deroghe alla contrattazione nazionale e meno obblighi per il committente.
«Ora attendiamo con fiducia che la Corte si pronunci e siamo pronti per la prova del voto, convinti delle nostre ragioni», prosegue Camusso.
Nel frattempo, prosegue la raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare “Carta dei diritti universali del lavoro“.
«Abbiamo raccolto oltre un milione di firme per ciascuno dei tre referendum abrogativi, possiamo fare ancora di più con le firme a sostegno della Carta. La #SfidaXiDiritti continua», conclude Camusso.