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Pensione anticipata, la UE frena

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 21 Giugno 2016
Aggiornato 28 Giugno 2016 17:29

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Sostenibilità dei sistemi pensionistici e monito dell'Eurogruppo su flessibilità in uscita e pensioni anticipate: i dettagli e la risposta di Padoan.

La strada per la Riforma delle Pensioni in Italia, volta a garantire maggiori possibilità di accesso alla pensione anticipata, si fa in salita: a mettere un freno è l’UE con la pubblicazione di un documento dell’Eurogruppo molto critico sulle forme di flessibilità in uscita.

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Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti però rassicura gli Italiani, dichiarando – a margine di un convegno su Garanzia giovani a Firenze – che la critica dell’Eurogruppo non riguarda soltanto noi: la UE ha esortato i Paesi dell’Unione a limitare i ritiri anticipati e a introdurre più politiche per l’occupabilità dei lavoratori anziani, manifestando forte preoccupazione per la sostenibilità e gli equilibri delle finanze pubbliche, ritenuti prioritari dall’Unione Europea.

«È una linea generale e riguarda tutti i Paesi, e ci sono Paesi in Europa che hanno sistemi previdenziali molto meno in equilibrio del nostro», ha sottolineato Poletti.

In effetti, nel documento dell’Eurogruppo non viene citato alcun Paese in particolare, mentre risultano piuttosto espliciti i principi ai quali dovrebbero ispirarsi i diversi governi nel gestire le prossime Riforme delle Pensioni:

  • i sistemi previdenziali devono essere sufficientemente solidi da sostenere la transizione demografica e i possibili shock macroeconomici, prevedendo meccanismi automatici di adeguamento dei requisiti pensionistici alle nuove aspettative di vita;
  • la spesa aggregata per le pensioni deve essere tenuta sotto controllo, allungando la vita lavorativa e aumentando l’occupabilità delle persone più anziane;
  • vanno previsti percorsi di vita lavorativa più lunghi da affiancare a riforme più articolate che consentano di garantire il più diffuso impiego possibile dell’intera forza lavoro ed una maggiore produttività;
  • i modelli pensionistici nazionali dovrebbero ottenere un consenso sociale e politico diffuso, dato l’impatto macroeconomico e sulla vita di ogni singolo cittadino che ne deriva.

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Per quanto riguarda il sistema previdenziale italiano, Poletti dichiara:

«Noi l’equilibrio ce lo abbiamo nel tempo, ma dobbiamo correggere quegli elementi che producono un tasso di ingiustizia. Adesso dobbiamo guardare a una legge che è stata fatta male, perché non aveva un tasso di flessibilità e non aveva gradualità: l’errore vero della legge Fornero è che non ha gestito la transizione», conclude il ministro.

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