Riguarda le pensioni maggiorate dei sindacalisti l’ultimo scandalo sulle pensioni d’oro, in merito al quale la deputata Vincenza Labriola (gruppo Misto) ha sollecitato una Commissione d’inchiesta alla Camera per fare chiarezza sui bilanci delle organizzazioni dei lavoratori e sui trattamenti pensionistici gonfiati di coloro che hanno ricoperto cariche sindacali, anche per brevi periodi. Si tratta di verificare la possibile violazione della norma del 1996, come spiega Labriola:
«Secondo i dati forniti dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, i sindacalisti che hanno usufruito della legge 564 del ‘96 sono stati 17.319, ma l’INPS non è in grado di rilevarne il costo».
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In sostanza quello che sembra essersi verificato è i sindacalisti si facevano distaccare presso il sindacato poco prima di andare in pensione, effettuando dei versamenti volontari alle Casse del sindacato da parte degli stessi lavoratori che li hanno portati a maturare il diritto a percepire una quota integrativa di pensione nettamente superiore a quella a cui avrebbero avuto diritto altrimenti. In questo caso le organizzazioni dei lavoratori sarebbero colpevoli di aver commesso il grave reato di truffa ai danni dello Stato e di appropriazione indebita aggravata.
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Labriola continua:
«Sembra che in Italia a pagare debbano essere sempre gli stessi, anche perché ogni volta che invece proviamo ad affrontare le questioni come quelle delle pensioni d’oro ci scontriamo con un muro. Allora bisogna andare almeno a scoprire illeciti e abusi. Incrociando i dati in possesso dell’INPS con i bilanci delle varie sigle sindacali si arriva a scovare le truffe. Se una sigla sindacale ha un bilancio annuale di 60 mila euro, come fa a versare contributi per 100?».
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La costituzione della Commissione d’inchiesta è stata proposta quindi con l’idea di imporre agli enti interessati di fornire tutti i dati utili a ricostruire il sistema, con l’ausilio della Guardia di Finanza. In più, conclude Labriola:
«Credo che questa proposta di legge possa dare al Governo anche la possibilità di mettere mano a una materia complessa: in Italia non sappiamo quante sigle sindacali abbiamo e questo si traduce in alcuni casi in abusi come quelli legati alla legge 564. Capire chi realmente tutela i lavoratori e non sfrutti invece il proprio ruolo, potrebbe aprire un dibattito serio sulla rappresentanza sindacale. Il Governo su alcuni temi non deve cambiare verso ma deve fare una vera e propria rivoluzione, o almeno questo è quello che spero».