L’INPS ha iniziato a febbraio a pagare gli assegni di sostegno al reddito relativi al 2015 dei cosiddetti esodati 2010, che erano usciti dal mondo del lavoro (collocati in mobilità o nei fondi di solidarietà di settore), prima del Dl 78/2010 e che poi non sono riusciti ad agganciare la pensione nei tempi previsti dopo l’entrate in vigore del provvedimento. Si tratta di 1490 lavoratori rimasti fuori dalla tutela prevista dallo stesso dl 78/2010, per i quali il trattamento viene finanziato di anno in anno attraverso apposito decreto ministeriale: l’istituto di previdenza sta versando le somme sbloccate con il Dm 92905/2015.
=> Esodati 2010: il decreto di salvaguardia 2015
L’intervento di sostegno viene erogato fino a quando i lavoratori non raggiungono la pensione. Lo stanziamento per gli assegni 2015 è pari a 32 milioni 303mila 225 euro, ed è finanziato dal Fondo sociale per occupazione e formazione di cui all’articolo 18, comma 1, lettera a, del decreto legge 185/2008. I lavoratori esodati che hanno diritto al trattamento sono quelli che non sono rientrati nella platea dei 10mila salvaguardati del Dl del 2010 pur avendo i seguenti requisiti:
- collocati in mobilità (ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 223/1991, che disciplina i licenziamenti collettivi) sulla base di accordi sindacali stipulati anteriormente al 30 aprile 2010 e che maturano i requisiti per il pensionamento entro il periodo di fruizione dell’indennità di mobilità;
- in mobilità lunga (articolo 7, commi 6 e 7, della stessa legge 223/1991) per effetto di accordi collettivi stipulati entro il 30 aprile 2010;
- lavoratori che al 31 Maggio 2010 sono titolari di prestazione straordinaria a carico dei fondi di solidarietà di settore di cui all’articolo 2, comma 28, della legge 662/1996.