Addio, con il Ddl delega sugli appalti pubblici, alle clausole sociali nei cambi di appalto: l’azienda che subentra non avrà più alcun vincolo di assumere il personale in forza nell’azienda cedente se l’organizzazione dell’impresa subentrante non ne ha bisogno, ad esempio perché ricorre in maniera maggiore della precedente alle tecnologie informatiche.
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Il Disegno di legge delega sugli appalti pubblici ha ricevuto l’approvazione della Commissione Lavori Pubblici del Senato, dopo aver acquisito anche il parere del presidente dell’ANAC, l’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone (nota prot. n. 16723/2015). Ora il testo dovrebbe approdare in Aula per il via libera definitivo che però potrebbe slittare al 2016 per entrare in vigore entro l’estate.
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Le clausole sociali sono patti volti a garantire la continuità occupazionale prevista dai CCNL, che impongono determinati vincoli ai soggetti appaltatori o concessionari di pubblici servizi, nella fase di esecuzione dell’appalto, limitandone la libertà d’iniziativa economica in risposta a particolari esigenze sociali o ambientali come previsto dall’art. 69 del dlgs n. 163/2006.
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D’ora in poi questi patti, o clausole sociali, non potranno più vincolare l’impresa aggiudicataria che subentra nell’esecuzione di un appalto a garantire i livelli occupazionali e, quindi, ad assumere il personale già in forza nell’impresa cessante.