Le imprese sono sempre più consapevoli dell’importanza di puntare sulle risorse umane e soprattutto nella loro formazione e per questo stanno aumentando gli investimenti in progetti formativi volti a sviluppare internamente nuove competenze e professionalità che permettano loro di cogliere le nuove opportunità e affrontare le sfide generate dalla rivoluzione digitale. Un vantaggio competitivo al quale le PMI non possono rinunciare.
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A rivelare le principali tendenze di innovazione della formazione in Italia è stato uno studio commissionato da Cornerstone OnDemand e realizzato dall’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano e sulla base di rielaborazioni e approfondimenti di dati e informazioni tratti da alcune ricerche dei propri Osservatori Digital Innovation.
Formazione aziendale
Oggi le imprese chiedono alle direzioni HR di rivedere i modelli di formazione per sviluppare iniziative sempre più coinvolgenti che consentano la diffusione di contenuti formativi a tutti i livelli aziendali sfruttando nuovi trend digitali quali:
- Social, un ambito ancora poco maturo ma che il 21% delle aziende prevede di introdurre a breve;
- Mobile, utilizzato in modo sporadico e guidato da esigenze specifiche legate a figure professionali che lavorano in mobilità. Il 17% delle aziende del campione ne prevede l’introduzione a breve termine;
- Cloud, ancora poco diffuso, anche se il 19% del campione prevede iniziative focalizzate di introduzione con l’obiettivo di integrazione e gestione uniforme dei dati a disposizione sulle prospettive di crescita e sviluppo dell’organico aziendale;
- Business Intelligence, tra i nuovi trend digitali è il più maturo, con circa il 25% del campione che prevede di introdurlo.
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Nonostante il 52% delle aziende del campione identifichi il processo di formazione, analisi e sviluppo delle competenze un ambito prioritario di innovazione nel 2015, in Italia solo il 15% delle aziende con un numero di dipendenti inferiore alle 300 unità ha erogato nel 2015 un ciclo di formazione rivolto al personale, contro il 51% delle aziende con oltre 1000 dipendenti. In ottica di riduzione dei costi, ma anche di un maggiore coinvolgimento delle persone, le imprese puntano a gestire la formazione con approcci innovativi rispetto alla tradizionale formazione in aula (ancora preferita dal 58% delle aziende), come:
- il training on the job, ovvero l’esperienza di apprendimento sul campo (18%);
- il coaching (9%);
- l’e-learning (7%).
Franco Gementi, Regional Sales Manager di Cornerstone OnDemand Italia, spiega:
“A mutare non sono solo le modalità con cui la formazione viene erogata, ma devono cambiare anche i contenuti stessi. A livello di argomenti trattati le aziende devono prevedere contenuti formativi più innovativi rivolti proprio allo sviluppo di quell’insieme di competenze che consentano alle persone di utilizzare efficacemente i nuovi strumenti digitali per migliorare la produttività e la qualità delle attività lavorative svolte”
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Punto di vista dei dipendenti
Oltre alle aziende anche i lavoratori stanno comprendendo l’importanza strategica della formazione professionale, tanto che nella scelta del lavoro oltre all’aspetto economico chiedono alle organizzazioni la possibilità di crescere professionalmente e di acquisire conoscenze tecniche:
- il 96% dei lavoratori italiani crede nella formazione permanente, indipendentemente dall’età;
- il 91% sostiene la necessità di aggiornare capacità e competenze ogni cinque anni per migliorare l’occupabilità.
Sempre più spesso, in risposta a tali percezioni e in ottica di motivazione e soddisfazione dei dipendenti (employee engagement), le imprese offrono ai propri dipendenti opportunità di formazione continua.