Il capitolo pensioni in Legge di Stabilità resta immutato in commissione Bilancio al Senato: gli emendamenti su Opzione Donna, esodati e pensione anticipata sono stati bocciati. Le modifiche in tema pensioni sembrano destinate ad essere congelate in vista della discussione alla Camera. In base al nuovo calendario, la manovra arriva in aula a Palazzo Madama il 18 novembre, per un passaggio che si prevede breve, in modo da arrivare alla Camera la settimana successiva.
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Respinta la proposta di estendere l’Opzione Donna alle lavoratrici che compiono gli anni nell’ultimo trimestre 2015. Resta quindi il testo del Governo, che riconosce la possibilità di pensione anticipata per le lavoratrici con 35 anni di contributi e 57,3 o 58,3 di età (rispettivamente per dipendenti e autonome) fino al 31 dicembre 2015. Bocciato anche l’allargamento della platea della settima salvaguardia esodati oltre ai previsti 26.300 lavoratori.
Respinte anche le nuove forme di flessibilità in uscita come l’APA (assegno pensionistico anticipato), che prevedeva la possibilità di ritirarsi con 5 anni di anticipo sull’età pensionabile a partire dal 2016, con un trattamento intorno agli 800-900 euro al mese, restituendo poi le somme quando si matura la pensione piena.
In pratica, sul fronte pensioni restano invariate le proposte contenute nel testo del Ddl approvato dal Governo: oltre a settima salvaguardia esodati e Opzione Donna, sul fronte della flessibilità in uscita la manovra prevede il part-time per la pensione per chi ha almeno 63 anni, con contribuzione figurativa per percepire poi l’assegno previdenziale piano, e l’innalzamento della no tax area a 8mila euro per gli over 75 e a 7750 euro per coloro che non hanno ancora 75 anni.
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Secondo quanto si apprende, l’intenzione è quella di non affrontare al Senato il nodo pensioni, rimandandolo alla discussione alla Camera.