La decontribuzione per i contratti a tempo indeterminato, unitamente all’effetto Jobs Act, continua a produrre i suoi effetti: nei primi nove mesi del 2015 ci sono stati 469mila posti di lavoro in più rispetto all’analogo periodo 2014. I rapporti di lavoro stabili segnano dunque +34,4% rispetto al 2014 (+340.323). Il saldo fra nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato (circa 1,7 milioni) e cessazioni (1,2 milioni), si rileva dal consueto Osservatorio INPS sul precariato.
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In tutto, le nuove assunzioni sono state 1.330.964. A queste, si sommano 371.152 trasformazioni di contratti a termine, anche in apprendistato, in tempo indeterminato, con un incremento del 18,1% rispetto al 2014 (56.913 contratti in più).
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fattore che maggiormente stimola i nuovi contratti a tempo indeterminato è la decontribuzione prevista dalla Legge di Stabilità 2015 (al 100% fino a un tetto annuo di contributi pari 8mila 60 euro): i contratti incentivati sono stati 906mila 044, di cui 703mila 890 nuove assunzioni e 202mila 154 trasformazioni di contratto. Si tratta di un’agevolazione contributiva che è prevista in misura ridotta anche per l’anno prossimo (inserita in Legge di Stabilità 2016, attualmente discussa in Parlamento): non più esonero totale, ma al 40%, per due anni (mentre per i contratti stipulati nel 2015 l’esonero è per tre anni). Ricordiamo che nel 2015 è anche entrato in vigore il Jobs Act, la Riforma del Lavoro, che ha introdotto il nuovo contratto a tutele crescenti (che limita la protezione dell’articolo 18, ovvero il reintegro in caso di licenziamento ingiustificato).
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In aumento anche in contratti a termine, +19mila119, mentre diminuiscono sensibilmente i rapporti in apprendistato, -32.991. Cresce anche il numero delle cessazioni, pari a 37.868, ma come si vede in misura inferiore rispetto alle attivazione. Il saldo netto fra cessazioni e nuovi contratti è di 599.178 contratti in più rispetto ai primi nove mesi del 2014. La quota di assunzioni con rapporti stabili sul totale dei rapporti di lavoro attivati o variati è salita al 38,1%, dal 32% dell’analogo periodo dell’anno scorso. Positivo anche il dato relativo ai giovani fino 29 anni: l’incidenza dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato è cresciuta al 31,3%, dal precedente 24,4%.
La Regione con il maggior numero di nuove assunzioni è il Friuli Venezia Giulia, +82%, seguito da Umbria, +59,6%, e Piemonte, +54,4%. Sopra la media nazionale anche Marche, Emilia-Romagna, Trentino-Alto-Adige, Veneto, Liguria, Lazio, Lombardia, Basilicata, Sardegna e Toscana. I risultati peggiori in Sicilia (+10,8%), Puglia (+15,8%) e Calabria (+17,1%).
Aumentano anche le retribuzioni: i contratti sotto i mille euro al mese diminuiscono di un punto percentuale, passando al 5,3%, e si registra una lieve flessione anche nella fascia retributiva immediatamente superiore, fra i mille e i 1250 euro, che scendono al 7,9% dall’8,8% del 2014. Scende leggermente, dal 22,9% al 22,6%, il peso dei nuovi rapporti di lavoro con retribuzioni tra 1.251 e 1.500 euro, mentre aumentano di 0,9 punti i contratti fra i 1.500 e 1.750 euro, e di 0,7 punti quelli da 1.751 a 2mila euro. Per i nuovi rapporti di lavoro con retribuzioni compresa fra 2.001 a 3.000 euro gli aumenti sono pari a 0,2 punti percentuali, mentre risulta pressoché stabile l’incidenza delle fasce retributive superiori a 3mila euro.
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