Con la Legge di Stabilità 2016 sono previste novità anche in tema di Riforma delle Pensioni e, più in particolare, quella che potrebbe prendere il via è una sperimentazione della flessibilità in uscita. Un sistema sperimentale, per verificare fattibilità ed i costi dell’uscita anticipata dal mondo del lavoro. In sostanza la proposta avanzata con alcuni emendamenti alla Legge di Stabilità è di anticipare di 1 0 2 anni la misura strutturale promessa dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
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A chiedere di sperimentare una forma di flessibilità in uscita già dal prossimo anno è Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro di Montecitorio:
“L’indagine di Confesercenti e di Swg sui potenziali beneficiari delle misure di flessibilità è molto importante e tempestiva. Conferma la tesi che stiamo sostenendo da tempo: non tutti i lavoratori potenzialmente coinvolti sono interessati a questa soluzione. Secondo il sondaggio soltanto il 49% accetterebbe un anticipo dell’uscita dal lavoro con penalizzazioni che riducano in modo permanente l’entità dell’assegno pensionistico. Di questo 49% soltanto il 2% lo farebbe senza condizioni e il 30% soltanto nel caso in cui il taglio non fosse superiore al 5%. Il restante 68% (sempre del 49%) accetterebbe un taglio dell’assegno pensionistico anche del 10-15%».
Da questi dati è possibile stabilire le risorse finanziarie necessarie per adottare la flessibilità in uscita come misura strutturale. Il presidente della Commissione Lavoro ricorda:
«La nostra proposta, com’è noto, prevede l’uscita dal lavoro a partire dai 62 anni con 35 di contributi e l’8% di penalizzazione. L’INPS l’ha valutata con un costo di 8 miliardi: una cifra, a nostro avviso, esagerata e sbagliata, perché considera l’intera platea dei potenziali beneficiari. L’indagine di Confesercenti, invece, indica un massimo del 49% di fruitori, il che significa costi dimezzati. Inoltre, bisogna considerare che non tutti i lavori sono uguali: chi svolge attività più pesanti avrà una maggiore propensione a lasciare il lavoro. Noi insistiamo sulla necessità di adottare la flessibilità e riteniamo un errore la scelta del Governo non averla già inserita nella Stabilità. Per questo chiediamo una sperimentazione da subito: 1 o 2 anni di anticipo in attesa della misura strutturale promessa da Renzi nel 2016».
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E per elaborare una misura sostenibile, nonché una proposta unificata sui pensionamenti flessibili, la Commissione Lavoro della Camera ha nominato un Comitato Ristretto. L’obiettivo è di raggiungere un accordo politico tenendo conto delle 19 proposte di legge pervenute in questi mesi sul tema. Oltre alla possibilità di uscire in anticipo dal mondo del lavoro, con alcune penalizzazioni, si pensa di concedere alcune agevolazioni previdenziali per le lavoratrici madri e per i lavoratori che assistono familiari con gravi disabilità e una revisione dell’età pensionabile delle lavoratrici del settore privato. Una volta definita, la proposta unificata verrà quindi proposta al Governo.