Nei giorni scorsi la CNA ha lanciato una precisa critica all’INAIL: le continue modifiche alle procedure INAIL penalizzano le PMI. Ora l’Istituto risponde rivendicando in una nota le sue misure per la prevenzione destinate delle aziende di minori dimensioni, a partire dai bandi ISI, che sono “modulati sul target delle imprese di piccole dimensioni”.
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Critiche CNA
Secondo la CNA negli anni le piccole e medie imprese hanno dovuto impegnarsi molto per adeguarsi ad una normativa molto complessa come quella della salute e sicurezza sul lavoro, che sembra essere pensata soprattutto per imprese di grandi dimensioni:
«Un impegno che notevole anche in termini economici, che ha prodotto risultati importanti nella diminuzione degli infortuni, come emerge anche dalle relazioni annuali dell’INAIL», spiega Davide Ghetti, responsabile Servizio Ambiente Sicurezza CNA Forlì-Cesena.
Gli incentivi promossi dall’INAIL, come il bando ISI e l’oscillazione del tasso per la prevenzione, certamente hanno sostenuto le imprese nel percorso di prevenzione degli infortuni sul lavoro, contribuendo al raggiungimento dei risultati ottenuti. Ma il nodo principale che ha portato alla protesta delle imprese rappresentate da CNA riguarda le continue modifiche delle procedure INAIL, che rendono più difficoltosi gli interventi incentivanti per migliorare la sicurezza sul lavoro.
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In particolare, continua Ghetti:
«Ben due interventi dell’INAIL, quest’anno, hanno modificato retroattivamente le regole, mettendo in difficoltà le imprese che hanno investito per la sicurezza sui luoghi di lavoro:
- il primo a marzo 2015, ha abbassato la percentuale di riduzione prevista per gli interventi di prevenzione già pianificati e attuati dalle imprese nel 2014;
- il secondo, ad agosto, ha modificato gli interventi di prevenzione utili per ottenere la riduzione del tasso medio di tariffa 2015, azioni che le aziende hanno dovuto pianificare già all’inizio del 2015.
Ad aggravare la situazione nella nuova versione della modulistica, si sono privilegiati le azioni su sistemi di gestione e di responsabilità sociale, eliminando quasi tutte le forme di prevenzioni più accessibili e utilizzate dalle micro e piccole imprese. Per fare alcuni esempi:
- sistema codificato di controllo, affidato a personale interno o esterno, per la revisione periodica delle condizioni di igiene e sicurezza sul lavoro;
- formazione del datore di lavoro specifica nel proprio settore produttivo; utilizzo di ditte specializzate per la manutenzione programmata di attrezzature, macchine o impianti in dotazione.
In questo modo diventa più difficile individuare le azioni migliorative per necessarie per l’accoglimento delle domande
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Quindi, conclude Ghetti:
«Esprimiamo perciò forte contrarietà per il metodo, che INAIL ripropone sistematicamente, di intervenire in corso d’anno sulle regole e i criteri di riduzione del tasso medio di tariffa. Al riguardo CNA Nazionale ha chiesto all’INAIL di modificare questi interventi, per evitare che sia l’Istituto stesso a scoraggiare l’adozione delle azioni che, più di altre, hanno prodotto una riduzione degli infortuni».
Risposta e dati INAIL
In risposta l’INAIL assicura che gli interventi volti a promuovere la prevenzione degli infortuni sul lavoro, a partire dai bandi ISI, sono “modulati sul target delle imprese di piccole dimensioni”. L’INAIL, in merito, fornisce dati ben precisi:
- i bandi ISI, dal 2010 al 2014, hanno messo in campo circa 1 miliardo a favore delle micro e piccole imprese che hanno investito in interventi su salute e sicurezza. Le PMI sono state il 93% del totale delle aziende che hanno superato il click day nel 2014 e la percentuale di microimprese (aziende da 1 a 10 dipendenti) ammesse ai bandi è progressivamente cresciuta dal 45% del 2010 al 61% del 2014;
- nel 2014 con il bando FIPIT sono stati stanziati altri 30 miliardi di euro per finanziare progetti di innovazione tecnologica per il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, iniziativa esclusivamente destinata alle piccole e micro imprese, operanti nei settori dell’agricoltura, dell’edilizia, dell’estrazione e lavorazione dei materiali lapidei.