«Occorre trovare il coraggio di liberare il Paese, ricco di diverse dimensioni imprenditoriali, da un modello concepito a taglia unica». Così si è espresso ieri il presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini, durante il discorso di apertura dell’Assemblea annuale dell’associazione.
Attraverso queste parole, il presidente di Confartigianato ha voluto esprimere una sua opinione in merito ad un pregiudizio oggi diffuso nel nostro Paese per quanto riguarda la questione dimensionale. In Italia, le imprese fino a 9 dipendenti rappresentano il 94,5% delle unità produttive e danno lavoro al 47% degli occupati. Inoltre, si legge nel discorso, «producono gran parte del Pil, generano innovazione, che spesso rimane sottotraccia e non è censita dai canali ufficiali della ricerca, formano le professionalità dei giovani, consentono la ristrutturazione dei processi produttivi e quindi maggiore flessibilità e competitivià, sono il terreno esclusivo di nuova imprenditorialità, sono strumento di integrazione per i lavoratori immigrati».
In realta, la piccola impresa è vista in un’ottica negativa, come se si trattase di una fase obbligata per raggiungere grandi dimensioni.
Il presidente di Confartigianto ha, in seguito, rivolto un monito al Governo per attuare, nel più breve tempo possibile, azioni nuove in grado di rendere le PMI competitive sul mercato e per «far diventare l’Italia più libera e più semplice, un Paese nel quale tutte le imprese trovino un ambiente favorevole allo sviluppo».