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Welfare: il decalogo del benessere sul lavoro

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 14 Settembre 2015
Aggiornato 10 Giugno 2019 14:08

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Welfare e benessere sul lavoro: i dieci passi da seguire per rendere felici i propri dipendenti.

Il benessere sul lavoro il rendere l’ambiente di lavoro piacevole, il valorizzare le risorse umane, lo abbiamo sottolineato più volte, comporta notevoli vantaggi anche per l’impresa perché la felicità dei dipendenti porta quasi automaticamente ad aumento della loro produttività sul lavoro.

=> Incrementare il rendimento delle risorse umane

Ad evidenziarlo ancora una volta è il Barometro Ipsos sul benessere dei lavoratori e sulle aspettative professionali dei dipendenti, redatto dall’istituto di ricerca per Endered, leader mondiale nella gestione dei fondi finalizzati per le imprese, con il quale vengono altresì individuati i dieci passi da seguire per rendere felici i propri dipendenti.

Tra i benefit più richiesti dai lavoratori italiani, in cima alla lista troviamo i voucher per la formazione (richiesti dall’86% degli italiani). Tra le prime dieci richieste dei dipendenti italiani anche assistenza medica, buoni pasto e supporto alla gestione dello stress.

I lavoratori italiani desidererebbero una nuova organizzazione del lavoro ed una nuova cultura manageriale fondata su tre pilastri: maggiore delega, lavoro di squadra e propensione al rischio. Nel dettaglio, dal Barometro è emerso che:

  • il 42% dei dipendenti è soddisfatto della possibilità di portare avanti le proprie idee;
  • il 32% dei lavoratori ha dichiarato che il suo diretto superiore incoraggia l’assunzione del rischio;
  • il 46% dei dipendenti ha dichiarato che il suo diretto superiore riconosce il diritto all’errore;
  • il 49% dei lavoratori ha dichiarato che il suo diretto superiore incoraggia il lavoro di squadra.

=> L’importanza del lavoratore per l’azienda

I 10 benefit più richiesti

Il Barometro ha stilato un decalogo dei benefit più richiesti dai lavoratori italiani:

  1. l’86% dei lavoratori italiani ritiene che la formazione sia l’ingrediente principale della competitività personale ed aziendale;
  2. misure volte a salvaguardare la salute, il benessere psicofisico e la soddisfazione dei lavoratori mediante iniziative di prevenzione, assistenza sanitaria, screening e assicurazioni integrative;
  3. pacchetti di benefit personalizzati sulle specifiche esigenze del dipendente, che sia un single, una mamma, un senior e così via;
  4. buoni pasto;
  5. programmi mirati di welfare aziendale che aiutino nella gestione dello stress, migliorando la salute e la qualità della vita, conciliando lavoro e vita privata;
  6. aiuto per i trasporti;
  7. sostegno per i consumi energetici: «si chiama welfare abitativo ed è un sostegno economico ai consumi o un contributo all’affitto che l’azienda mette a disposizione dei dipendenti: lo gradirebbero il 65% degli italiani. Per ben il 24% un sostegno di questo tipo rappresenta una priorità», spiega Andrea Keller, Amministratore Delegato di Edenred Italia;
  8. interventi di work-life balance: asilo nido aziendali o voucher baby sitter;
  9. aiuto ai familiari non autosufficienti;
  10. aiuto ai familiari per attività sportive e culturali.

=> Welfare aziendale: i benefit sul podio

Confronto con l’Europa

Da sottolineare una certa sfiducia nel futuro lavorativo degli italiani che, secondo le rilevazioni del Barometro, si collocano al terzo posto in Europa, dal punto di vista di questo aspetto dietro francesi e polacchi. L’insoddisfazione relativamente all’ambiente di lavoro porta gli italiani a non essere molto fedeli al proprio datore di lavoro: i soddisfatti della propria qualità di vita al lavoro sono solamente il 26% degli intervistati (-3% rispetto all’anno precedente). Il 77% degli intervistati restano fedeli al proprio datore di lavoro soltanto perché ritengono di potersi ricollocare rapidamente.

I lavoratori italiani, nel 66% dei casi, hanno addirittura rinunciato a cercare attivamente lavoro, rendendo il mercato del lavoro nel nostro Paese tra i più immobili in Europa.