Anche l’ultimo capitolo del Jobs Act si avvia a conclusione: le Commissioni Lavoro di Camera e Senato hanno dato il via libera agli ultimi quattro decreti ancora non approvati in via definitiva, che ora devono tornare in CdM per il via libera. Si tratta dei provvedimenti su ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, politiche attive, semplificazioni, attività ispettiva. Sono stati approvati dal governo in sede di primo esame l’11 giugno,e hanno ora completato l’iter parlamentare (solo consultivo). L’approvazione definitiva del Consiglio dei Ministri è attesa per fine agosto: a quel punto sarà definitiva l’approvazione di tutti i provvedimenti di Riforma del Lavoro contenuti nel Jobs Act.
=> Riforma Lavoro, gli ultimi decreti
Ammortizzatori sociali
In sede parlamentare, sono state proposte alcune modifiche. Per quanto riguarda il decreto ammortizzatori sociali, chiesta l’estensione dei Fondi di solidarietà bilaterali alle aziende fra i 5 e i 15 dipendenti, alle quali è già stata estesa la cassa integrazione. Ricordiamo le altre misure fondamentali di questo provvedimento: cassa integrazione a 24 mesi, prorogata a 36 mesi solo con i contratti di solidarietà, NASpI (assicurazione sociale per l’impiego) a 24 mesi anche dopo il 2016.
=> Riforma ammortizzatori: NASpI per 24 mesi
Politiche attive
Diverse le proposte di cambiamento relative al decreto sulle Politiche attive: criteri più rigidi sui controlli a distanza dei lavoratori, che dal decreto vengono liberalizzati (soprattutto in relazione agli strumenti abitualmente utilizzati dal dipendente per lo svolgimento delle proprie mansioni, come il pc o lo smartphone). Si chiede di rinforzare la parte relativa all’informativa da dare al lavoratore su eventuali registrazione di dati e sul loro utilizzo. Ricordiamo fra le altre misure fondamentali di questo decreto, l’assegno di ricollocazione, per favorire il reimpiego di chi resta senza lavoro.
=> Jobs Act: al via il controllo a distanza dei lavoratori
Semplificazioni e attività ispettiva
Poche modifiche per gli altri due decreti del Jobs Act, quindi semplificazioni e attività ispettiva. Ora la parola torna al Governo.