Si è parlato molto in questi ultimi anni del difficile connubio tra social network e attività lavorativa, senza tuttavia mai giungere ad una conclusione bilanciata su benefici e aspetti negativi. Ora Cisco sposta l’ottica di visione sui giovani e indaga sulla loro percezione di social media, dispositivi mobile e Internet, anche in ambito lavorativo.
La seconda edizione del rapporto “Cisco Connected World Technology“, condotto su di un campione composto da studenti universitari e professionisti fra i 20 e i 30 anni, mostra chiaramente come la maggior parte dei giovani metta al primo posto tra i requisiti del proprio lavoro ideale la possibilità di accedere ai social media anche durante le ore di lavoro.
Ben il 56% del campione dichiara infatti di non essere intenzionato ad accettare un posto di lavoro che imponga il veto ai media sociali mentre un 80% pretende di poter scegliere i device con i quali lavorare. A riprova di quanto affermato, ben il 66% si informa regolarmente sulle politiche aziendali in materia di social network, che diventano così per certi versi ancor più importanti della paga garantita.
Emerge inoltre una forte richiesta da parte dei giovani di poter lavorare da remoto, con orari e modalità flessibili (60% del campione), utilizzando i loro computer (63%), o device mobili (51%) per accedere alle informazioni aziendali. Essere presenti fisicamente sul posto di lavoro non sembra loro essere infatti un requisito essenziale.
Si assiste così ad un drammatico spostamento delle priorità da parte dei giovani riguardo ciò che viene considerato importante nel prendere in considerazione o meno un nuovo posto di lavoro: un cambiamento pronto a pesare sugli equilibri tra chi il lavoro lo offre e chi invece lo cerca, qualcosa che le aziende non potranno restare a lungo a guardare.