Da part-time a tempo pieno: il rifiuto legittima il licenziamento?

Risposta di Anna Fabi

16 Dicembre 2024 09:41

Katia chiede:

Sono titolare di un centro estetico: la mia dipendente si rifiuta di passare dal part-time orizzontale 4 ore a tempo pieno 8 ore. Posso licenziarla?

Il rifiuto di una dipendente di trasformare il contratto da part-time a tempo pieno non costituisce, di per sé, un giustificato motivo di licenziamento. Questo principio è sancito dall’articolo 8, comma 1, del Decreto Legislativo n. 81/2015.

Tuttavia, la giurisprudenza ha riconosciuto che, in circostanze particolari, il licenziamento potrebbe essere considerato legittimo. In particolare, se il datore di lavoro può dimostrare che esigenze organizzative ed economiche rendono indispensabile la trasformazione del contratto da part-time a tempo pieno e l’impossibilità di mantenere la dipendente con l’orario part-time senza compromettere l’efficienza operativa dell’azienda. Infine, bisogna provare l’assenza di soluzioni alternative per ricollocare la dipendente in altre mansioni compatibili con l’orario part-time.

In tali situazioni, il licenziamento potrebbe essere giustificato per motivo oggettivo, legato alle necessità aziendali.

Per evitare cause legali, il datore di lavoro deve fornire prove concrete a sostegno di queste circostanze, dimostrando che il rifiuto della dipendente compromette l’organizzazione e la produttività dell’impresa.

Le suggerisco di valutare attentamente la situazione con il consiglio di un consulente del lavoro o un legale specializzato e di considerare soluzioni alternative prima di procedere con un eventuale licenziamento.

Diversamente, se la sua dipendente le facesse causa e lei non potesse dimostrare il giustificato motivo oggettivo, potrebbe essere condannata sia alla reintegra nel posto del lavoro sia al versamento di un risarcimento.

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