Il 31 dicembre mi scade il contratto a tempo determinato ma ho saputo che per l’APE Sociale servono almeno 18 mesi da dipendente negli ultimi 36 e non li ho tutti: si possono versare contributi volontari?
Temo che la soluzione da lei prospettata non sia percorribile e il motivo è proprio quello che lei indica: per l’APE Sociale, nel caso dei lavoratori che restano disoccupati per scadenza del contratto a tempo determinato è necessario che ci siano almeno 18 mesi di lavoro dipendente nei tre anni precedenti la scadenza del termine.
Senza questa requisito, non è possibile accedere a questa forma di accompagnamento alla pensione. E la possibilità di versare contributi volontari per integrare eventuali mensilità mancanti, non è prevista perchè comunque non si collocherebbero nell’arco temporale richiesto.
La normativa di riferimento è contenuta nel comma 179 della Legge 232/2016, e stabilisce il diritto all’APE Sociale per coloro che:
si trovano in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7 della legge 604/1966, ovvero per scadenza del termine del rapporto di lavoro a tempo determinato a condizione che abbiano avuto, nei trentasei mesi precedenti la cessazione del rapporto, periodi di lavoro dipendente per almeno diciotto mesi hanno concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni.
Non sono previste eccezioni rispetto ai paletti sopra descritti, se non un recente chiarimento della Cassazione, secondo cui non è necessario aver fruito della NASpI ma basta essere in stato di disoccupazione.
Detto questo, le istruzioni operative contenute nella circolare INPS 34/2018 stabiliscono che i 36 mesi si calcolino a ritroso a partire dalla scadenza dell’ultimo contratto a tempo determinato.
I 18 mesi di lavoro dipendente necessari nell’arco di questi tre anni non devono necessariamente essere continuativi. Per cui, valuti se ha periodi precedenti all’ultimo contratto da far valere per il computo del periodo minimo ai fini del diritto.
Ricordo che tra i requisiti, oltre ad un’età anagrafica di 63 anni e 5 mesi, occorre anche rispettare la nuova regola di incumulabilità con redditi di lavoro dipendente o autonomo ad eccezione di quello occasionale, entro un massimo di 5mila euro annui.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz