Ho 61 anni e lavoro dal 1981: mi hanno detto che potrò andare in pensione il 1° settembre 2025 ma posso invece aspettare la pensione anticipata piena a giugno 2026 senza ricalcolo contributivo?
Le confermo innanzitutto che per le donne la pensione anticipata richiede 41 anni e dieci mesi di contributi anche nel 2025 e quasi certamente anche nel 2026. Mi sembra di capire che lei sia indecisa fra due ipotesi: la Quota 103 e la pensione anticipata piena, la prima con ricalcolo interamente contributivo e la seconda senza penalizzazioni.
Le elenco tutti i requisiti con i pro e contro.
La Quota 103, prorogata dal ddl di Bilancio approvato dal Governo, si matura con 62 anni di età e 41 anni di contributi. Il numero di figli e il fatto che i contributi siano o meno continuativi non rilevano. Valgono tutti i contributi, purché ci siano almeno 35 anni di versamenti escludendo quelli figurativi da malattia e da disoccupazione. La Quota 103 però prevede diverse penalizzazioni: la pensione è interamente valorizzata con il sistema contributivo. Fino all’età della pensione di vecchiaia, attualmente a 67 anni, l’assegno previdenziale non può superare le quattro volte il minimo.
La pensione anticipata piena invece prevede solo un requisito contributivo che per le donne è pari a 41 anni e dieci mesi. Non ci sono ricalcoli contributivi della pensione, quindi lei mantiene il diritto al calcolo misto. I contributi versati prima del 1996 vengono conteggiati con il retributivo, quelli successi con il contributivo.
Direi quindi che se se attende pochi mesi potrà agganciare la pensione anticipata piena senza penalizzazioni sull’assegno.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz