Sono in part-time al 66,66% da ottobre 2016: se decidessi di rientrare a tempo pieno fino alla pensione (ho 64 anni e mi mancano circa tre anni), otterrei un assegno più elevato? In quale percentuale?
In linea generale il calcolo della pensione per i lavoratori part-time funziona nel seguente modo: ai fini della maturazione del diritto (prima decorrenza utile), gli anni di lavoro a tempo parziale sono valutati interamente, mentre ai fini della misura (importo del futuro assegno di pensione) si calcolano i soli contributi versati, che in considerazione dell’orario ridotto sono più bassi nel contatto a tempo parziale.
Le faccio presente anche un’altra regola, che si applica nel settore privato: affinché i contributi versati nel corso di periodi di part-time siano conteggiati come se il lavoro fosse a tempo pieno, è necessario che sia stato rispettato il minimale INPS per il lavoro dipendente (circa 205 euro settimanali), ai sensi dell’articolo 7 del Dl 463/1983.
Se la contribuzione è inferiore a questa soglia, allora sarà riparametrata in base agli effettivi versamenti, con una conseguente penalizzazione anche sul fronte della maturazione del diritto. In parole semplici: se non si raggiunge il minimale INPS, i contributi versati non coprono l’intera annualità ma solo il periodo corrispondente alla riparametrazione. Nel Pubblico Impiego la valorizzazione è sempre piena, senza minimali.
Oggi le regole sono le stesse per tutte le tipologie di part-time: orizzontale, verticale e ciclico. Fino al 2021, invece, la valorizzazione piena era prevista solo per i contratti a tempo parziale orizzontale (quelli che diminuiscono l’orario giornaliero). La Legge n. 178/2020 (al comma 350) ha poi equiparato anche il part-time verticale o ciclico, formule in base alle quali si lavora a tempo pieno solo per alcuni giorni alla settimana o limitatamente ad alcuni periodi dell’anno.
Per tornare al suo caso: se lei rispetta i minimali sopra esposti, gli anni in part-time saranno interamente validi ai fini della maturazione del diritto a pensione. Quindi, dal 2016 al 2024 lei avrebbe interamente maturato otto anni di contribuzione.
La misura, ovvero l’importo della pensione, però risentirà comunque dell’orario ridotto perchè il montante contributivo sarà comunque inferiore.
Se ora chiede di tornare full-time, invece, aumenterà anche l’importo della pensione: per calcolare l’aumento, deve simulare l’assegno spettante se il suo montante fosse arricchito delle ore di lavoro oggi non coperte da contribuzione.
In definitiva, passando al tempo pieno aumenterebbe il montante contributivo e di conseguenza l’importo della pensione.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz