Licenziamento per giusta causa: cosa spetta al lavoratore

Risposta di Anna Fabi

3 Settembre 2024 11:39

Domenico chiede:

Sto andando in causa contro il datore di lavoro e avrei una domanda da porre: se chiedessi il “licenziamento per giusta causa” che cosa mi spetterebbe qualora il giudice lo accettasse?

Quando un lavoratore decide di fare causa all’ex datore di lavoro appellandosi al licenziamento per giusta causa, la sua richiesta deve implicare che il rapporto sia stato interrotto per un comportamento particolarmente grave in capo al datore di lavoro, tale che ne renda impossibile la prosecuzione anche solo per un breve periodo. Ad esempio il reiterato mancato pagamento dello stipendio.

Le dimissioni per giusta causa (ossia per gravi inadempienze del datore di lavoro) possono dare diritto alle stesse tutele previste per il licenziamento senza giusta causa, tra cui l’indennità sostitutiva del preavviso e l’accesso alla NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego).

Cosa spetta al lavoratore in caso di licenziamento per giusta causa?

La giusta causa è disciplinata dall’art. 2119 del Codice Civile italiano, secondo cui, in presenza di una causa comprovata, il lavoratore ha diritto a interrompere immediatamente il rapporto di lavoro senza necessità di preavviso.

In caso di accoglimento della richiesta di licenziamento per giusta causa da parte del giudice, al lavoratore spettano diversi diritti e tutele:

  • Indennità sostitutiva del preavviso: normalmente, il licenziamento per giusta causa non prevede il preavviso. Tuttavia, se la giusta causa è riconosciuta, il lavoratore potrebbe avere diritto all’indennità sostitutiva del preavviso che il datore di lavoro avrebbe dovuto corrispondergli in caso di dimissioni ordinarie.
  • TFR (Trattamento di Fine Rapporto): il lavoratore ha sempre diritto al TFR, che deve essere calcolato in base all’anzianità di servizio maturata fino alla data di cessazione del rapporto di lavoro. Il TFR spetta indipendentemente dal motivo della cessazione del rapporto di lavoro.
  • Retribuzioni maturate: il lavoratore ha diritto a ricevere tutte le retribuzioni non corrisposte fino alla data del licenziamento, incluse eventuali ferie maturate e non godute, permessi non usufruiti, tredicesima e quattordicesima, se previste dal contratto collettivo applicabile.
  • Indennità NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego): se il licenziamento per giusta causa è accettato dal giudice, il lavoratore può richiedere l’indennità di disoccupazione NASpI. Questa indennità è riservata ai lavoratori che perdono involontariamente il lavoro e il licenziamento per giusta causa è considerato una perdita involontaria dell’occupazione.

Queste sono regole generali, che trovano poi integrazione con le disposizioni dei CCNL applicati e delle direttive del Jobs Act.

Cosa potrebbe accadere se la giusta causa non viene riconosciuta?

Se il giudice non riconosce la giusta causa del licenziamento, il lavoratore potrebbe essere considerato dimesso volontariamente senza giusta causa. In questo caso, non avrebbe diritto all’indennità di disoccupazione NASpI e potrebbe perdere l’indennità sostitutiva del preavviso. Inoltre, potrebbe essere tenuto a risarcire il datore di lavoro per il mancato preavviso.

Hai una domanda che vorresti fare ai nostri esperti?

Chiedi all'esperto

Risposta di Anna Fabi