In pensione a 71 anni: chi deve aspettare?

Risposta di Barbara Weisz

Pubblicato 7 Agosto 2024
Aggiornato 8 Agosto 2024 08:16

Nicky chiede:

Sono un libero professionista, ho 65 anni e sono iscritto alla gestione separata. Contando anche i 9 anni di contributi da lavoro dipendente il mio montante complessivo è di 20 anni. Al patronato mi hanno prospettato che, visto che non raggiungo il triplo dell’assegno non potrò andare in pensione prima dei 71 anni.

Per andare in pensione di vecchiaia è necessario avere raggiunto 67 anni di età, avere maturato almeno 20 anni di contributi e, solo per coloro che sono interamente nel sistema contributivo (ossia che hanno contributi versati dopo il 31 dicembre 1995), aver  maturato un trattamento superiore a una certa soglia, che però non è di tre volte il minimo (assegno sociale) ma è pari al minimo stesso.

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Il paletto, ridotto nel 2024 rispetto all’1,5 volte il minimo previsto fino al 2023, riguarda soltanto coloro i quali non hanno contribuzione versata prima del 1° gennaio 1996, ossia i cosiddetti “contributivi puri” (lo prevede la Manovra 2024, illustrata nella circolare INPS 13 marzo 2024, n. 46). Per il resto, il riferimento normativo è l’articolo 24 del DL 201/2011.

Quindi, se lei può vantare dei versamenti precedenti a tale data, quando compirà 67 anni potrà andare in pensione di vecchiaia con il cumulo dei versamenti in gestione separata e in gestione dipendenti dell’INPS, ottenendo il minimo richiesto di 20 anni.

Se però i suoi primi contributi versati sono successivi al 31 dicembre 1995, allora dovrà attendere di aver maturato una pensione pari ad almeno l’assegno sociale INPS, che nel 2024 è pari a 534,40 euro e nel 2026, quando avrà raggiunto i 67 anni di età, sarà rivalutato in base all’indice di perequazione automatica stabilito il prossimo novembre dall’Istat.

Se non dovesse riuscire ad agganciare tale importo minimo, allora dovrà effettivamente aspettare i 71 anni.

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