La perequazione della pensione riguarderà anche la Quota 103? Come si coordina la rivalutazione con il vincolo del tetto massimo fino a 5 volte il trattamento minimo per chi è uscito nel 2023?
La perequazione automatica delle pensioni si applica a tutti i trattamenti previdenziali, quindi vale anche per Quota 103 (sono escluse alcune forme di accompagnamento alla pensione).
Come lei giustamente rileva, però, il diritto alla rivalutazione si deve coordinare con il vincolo che impone un tetto massimo all’importo dell’assegno percepita fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione ordinaria.
Se l’importo perequato secondo le regole generali (applicate alle singole fasce di importo pensionistico e relative aliquote) sfora la soglia massima consentita, allora nel 2024 sarà portata ad un massimo di cinque volte il minimo calcolato applicando la rivalutazione.
Mi spiego meglio. L’indicizzazione delle pensioni 2023 dovrebbe essere pari al 5,4%. Di conseguenza, il trattamento minimo dovrebbe arrivare a circa 598 euro, dagli attuali 567,94. Pertanto, il tetto massimo per chi aveva agganciato la Quota 103 nel 2023, dovrebbe diventare circa 2990 euro nel 2024.
La percentuale di rivalutazione per i trattamenti pensionistici fra quattro e cinque volte il minimo si calcola applicando un’aliquota dell’85% all’indicizzazione del 2024: se sarà confermato un indice di perequazione del 5,4%, allora l’aumento per questa fascia pensionistica sarà pari al 4,59%.
- Se applicandolo alla sua pensione il risultato è inferiore a 2.990 euro, allora il suo assegno sarà rivalutato all’85% come tutti gli altri di questa fascia.
- Se sfora tale soglia allora si rivaluterà entro i limiti imposti dal vincolo di legge, ossia cinque volte il minimo.
Le ricordo infine che, chi va in pensione con la Quota 103, “al raggiungimento del requisito anagrafico previsto per la pensione di vecchiaia sarà pagato l’intero importo della pensione perequato nel tempo”.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz