Per la Quota 103, che prevede un tetto all’assegno fino alla maturazione dei requisiti ordinari della pensione, non mi è chiaro come sia possibile nel frattempo maturare la pensione anticipata se vige il divieto di lavorare e quindi di accumulare altri mesi di contributi.
La Quota 103, per coloro che maturano i requisiti per nel 2024, prevede un tetto di importo dell’assegno percepito pari a quattro volte il minimo INPS fino al raggiungimento dei requisiti ordinari per la pensione di vecchiaia e non fino all’eventuale raggiungimento del diritto a pensione anticipata (pari a 42 anni e dieci mesi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne).
- Per chi aggancia questa formula nel 2024, si applica questo vincolo fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia, pari a 67 anni, assieme al nuovo sistema di calcolo interamente contributivo dell’assegno.
- Chi aveva già 62 anni di età e 41 anni di contributi al 31 dicembre 2023 può utilizzare lo strumento di flessibilità in uscita con le vecchie regole (assegno massimo pari a 5 volte il minimo fino a 67 anni, ma senza penalizzazioni sul sistema di calcolo).
=> Pensione anticipata Fornero e Quota 103 a confronto
Prima di scegliere Quota 103, per chi ancora lavora, è dunque fondamentale calcolare l’effettiva convenienza dello strumento, che il Governo ha reso meno appetibile proprio come deterrente alla flessibilità in uscita, a vantaggio dei requisiti ordinari della pensione anticipata Fornero.
Soprattutto per le donne lo scarto è di appena 10 mesi (per gli uomini è di quasi due anni ma si perde molto a livello economico).
Quindi, in considerazione delle nuove penalità, potrebbe valer la pena di restare nel mondo del lavoro agganciando così la pensione anticipata piena senza penalizzazioni.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz