Pensione italiana per extracomunitari rimpatriati

Le regole pensionistiche non cambiano in base alla nazionalità del lavoratore.

Quindi, i requisiti per andare in pensione sono gli stessi: per la pensione di vecchiaia, servono 67 anni di età e 20 anni contributi, per la pensione anticipata, invece, non c’è limite di età ma è necessario solo il requisito contributivo pari a 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne.

Queste sono le due principali forme di pensione previste dalla legislazione, che poi comprende anche una serie di ulteriori opzioni previste in via provvisoria.

Per esempio, le donne possono ritirarsi se hanno compiuto i 60 anni e versato almeno 35 anni di contributi entro il 31 dicembre del 2022, se appartengono a una di queste quattro categorie: lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo, alla data del 1/1/2023 ovvero è attivato in data successiva, un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale, caregiver, riduzione della capacità lavorativa pari almeno al 74%. Il requisito di età è ridotto di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni. Con l’Opzione Donna, la pensione sarà interamente calcolata con il sistema contributivo. L’Opzione Donna è uno strumento complesso, che è stato a più riprese rivisto nel corso degli anni, quindi è possibile agganciare questo possibilità di pensionamento se negli anni passati sono stati maturati i requisiti che erano previsti dalle legislazioni precedenti. Per esempio, se lei entro il 31 dicembre 2021 ha compiuto 58 anni (se era una lavoratrice dipendente) o 59 anni (se era autonoma), può utilizzarla.

Un’altra possibilità è la Quota 103, che prevede invece 62 anni di età e 41 di contributi. In ogni caso, il punto è che le regole pensionistiche sono uguali per tutti, e restano tali indipendentemente dal fatto che lei sia poi tornata nel suo paese.

Risposta di Barbara Weisz