Come quantificare l’incentivo per chi ritarda di un anno il pensionamento se ha maturato i requisititi della Quota 103 (comparto scuola, reddito lordo di 40mila euro)? Quali potrebbero essere eventuali risvolti negativi per la pensione e il TFR?
L’impatto negativo sulla pensione dell’incentivo alternativo alla Quota 103 è rappresentato dal fatto che l’esercizio di questa opzione comporta il versamento di meno contributi previdenziali.
Molto in sintesi, il lavoratore rinuncia alla sua parte di contributi, che quindi l’azienda non riversa all’Istituto previdenziale ma direttamente nella busta paga del dipendente. La quota a carico dell’azienda, invece, viene regolarmente versata all’istituto di appartenenza, che nel suo caso è la previdenza dei dipendenti pubblici, che fa parte dell’INPS.
Quando si andrà in pensione, pertanto, si avranno meno versamenti contributivi e di conseguenza un montante contributivo inferiore (e di conseguenza una pensione più bassa).
Vorrei sottolineare un elemento: i lavoratori che maturano la Quota 103 non sono obbligati a esercitare l’opzione per l’incentivo in busta paga. Possono restare al lavoro e versare normalmente i contributi.
L’incentivo (assimilabile all’ex Bonus Maroni) è una scelta, che può essere conveniente per coloro che hanno già maturato una pensione soddisfacente e preferiscono avere uno stipendio netto mensile più ricco in busta paga.
Per quanto riguarda il TFR, non mi pare che possano esserci impatti negativi. Fra l’altro, il trattamento di fine rapporto si calcola sullo stipendio lordo, che in questo caso resta analogo.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz