Sto per andare in pensione e, poiché intendo chiedere la cessione del quinto ad una finanziaria, avendo pendenze verso l’Agenzia delle Entrate vorrei sapere se, una volta ottenuta, l’INPS lo renderebbe noto al Fisco, con la conseguenza di un pignoramento del conto.
La cessione del quinto pensione è una soluzione pratica per ottenere liquidità immediata, ma per i contribuenti che hanno pendenze bisogna considerare anche le implicazioni fiscali, che potrebbero portare al pignoramento del conto di accredito pensionistico.
Vediamo di seguito come funziona la procedura, con alcuni esempi pratici.
La cessione del quinto della pensione
La cessione del quinto della pensione è una forma di prestito personale che consente di trattenere direttamente dalla pensione un importo non superiore a un quinto (20%) dell’assegno mensile. Questo tipo di finanziamento (disciplinato dal DPR n. 180/1950 e successive modifiche) è accessibile ai pensionati INPS, oltre che ai dipendenti pubblici e privati.
In caso di cessione del quinto, l’INPS trattiene l’importo concordato direttamente dalla pensione e lo versa alla finanziaria erogatrice del prestito. Non esiste una normativa che preveda la comunicazione automatica dell’avvenuta cessione del quinto all’Agenzia delle Entrate.
Pignoramento con debiti fiscali
Se il contribuente ha pendenze fiscali, tuttavia, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può procedere al pignoramento del conto corrente, indipendentemente dall’avvenuta cessione del quinto della pensione.
Il congelamento delle somme può avvenire tramite procedura amministrativa, senza la necessità di un’autorizzazione giudiziaria. Bisogna infatti considerare che l’Agenzia delle Entrate può acquisire informazioni sui conti correnti attraverso l’Anagrafe Tributaria, che raccoglie dati finanziari dei contribuenti.
Pignoramento della pensione
Secondo la normativa vigente, le pensioni possono essere pignorate, ma solo entro certi limiti.
L’articolo 545 del Codice di Procedura Civile stabilisce che le pensioni sono pignorabili nella misura del quinto dell’importo eccedente il minimo vitale, che di norma viene calcolato annualmente dall’INPS.
Il minimo vitale è una soglia al di sotto della quale la pensione non può essere pignorata. Dal 1 gennaio 2021, il minimo vitale per le pensioni è stato fissato a 1.000 euro mensili, come stabilito dal Decreto Aiuti bis, che ha modificato l’articolo 13, comma 1-ter, del D.L. n. 83/2015, convertito dalla legge n. 132/2015.
Esempio pratico
Immaginiamo un pensionato con una pensione netta mensile di 1.500 euro. Con una cessione del quinto, l’importo massimo trattenibile sarebbe di 300 euro (20% della pensione). Se questo pensionato ha debiti con l’Agenzia delle Entrate, l’importo della pensione disponibile sul conto corrente sarà di 1.200 euro. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate potrà pignorare solo la parte eccedente il minimo vitale di 1.000 euro. In questo caso, l’importo pignorabile sarà di 200 euro.
=> Pensioni: la soglia del pignoramento è di mille euro
In conclusione, per i pensionati con pendenze fiscali, è essenziale considerare il rischio di pignoramento del conto corrente indipendentemente dall’ottenimento della cessione del quinto.
Non esiste una comunicazione automatica da parte dell’INPS all’Agenzia delle Entrate riguardo alla cessione del quinto, ma l’Agenzia può comunque procedere al pignoramento basandosi sui dati disponibili nell’Anagrafe Tributaria.
Per una valutazione specifica del proprio caso, si consiglia di rivolgersi a un consulente fiscale.
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Chiedi all'espertoRisposta di Anna Fabi