A 60 anni il mio tasso lordo di sostituzione è di 62,96% con 43 anni ed un mese di servizio. Alcuni miei colleghi con la stessa età e anzianità stanno andando in pensione con un tasso di sostituzione superiore al 70% e non capisco perchè. Quali altri fattori possono incidere?
Il tasso di sostituzione della pensione, ovvero il rapporto fra l’ultimo stipendio e il primo assegno previdenziale, dipende da diverse variabili. L’età del ritiro e l’anzianità contributiva sono entrambi elementi che vengono considerati, ma non sono gli unici.
Fra gli elementi che incidono sul calcolo dell’assegno pensionistico c’è anche la natura dei contributi versati annualmente, oltre a una serie di variabili macroeconomiche come PIL e inflazione.
A parità di anni di retribuzione e di contributi versati, la differenza è rappresentata soprattutto dall’entità degli stessi:
- il tasso di sostituzione è più alto per lavoratori con carriere lunghe e una contribuzione alta e stabile;
- il tasso di sostituzione si riduce se la carriera lavorativa è discontinua anche a parità di anzianità contributiva, richiedendo più anni di lavoro per aumentarlo.
Sul calcolo pensione (importo e decorrenza), tuttavia, incidono principalmente i seguenti fattori:
- il montante contributivo (numero di contributi versati);
- i coefficienti di trasformazione applicati al montante individuale in base all’età in cui si va in pensione.
La pensione anticipata (con un coefficiente di trasformazione più basso) e la pensione con pochi contributi versati possono altresì ridurre l’importo dell’assegno finale.
Nel caso da lei esposto, la differenza mi pare che possa essere determinata dalla diversa contribuzione negli anni di lavoro, e quindi alla diversa progressione del montante contributivo, anche in relazione alle variabili macroeconomiche che vengono applicate a questi valori.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz