Da Opzione Donna a “APE Social Donna”?

Risposta di Barbara Weisz

1 Dicembre 2022 15:07

Silvia chiede:

Vorrei informazioni su come è cambiata l’Opzione Donna per la pensione con la nuova Manovra 2023: è possibile fare previsioni su come sarà fra tre anni, ovvero quando avrei anche io i requisisti per utilizzarla?

Premessa d’obbligo: la Manovra deve ancora essere approvata dal Parlamento ed entrerà in vigore il primo gennaio 2023, pertanto non si esclude che possano esserci modifiche al testo durante l’iter di approvazione del disegno di legge.

Detto questo, in base a quanto approvato dal Consiglio dei Ministri e depositato alla Camera, l’Opzione Donna diventa in effetti più simile a un APE Sociale riservato alle lavoratrici, con l’aggravante che ci sceglie questa forma di flessibilità in uscita accetta un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno previdenziale.

Dal 2023, dunque, non solo si alza il paletto anagrafico per accedere alla misura – che passa a 60 anni (da compiere entro il 31 dicembre 2022), ridotto a 59 anni per chi ha un figlio e a 58 anni per chi ne almeno due – ma viene anche introdotta una limitazione alla platea delle potenziali beneficiarie.

L’Opzione Donna non è più utilizzabile da tutte le lavoratrici come finora avvenuto ma soltanto alle seguenti categorie: caregiver familiari (che assistono da almeno sei mesi un parente stretto convivente in condizioni di gravità accertata), lavoratrici con ridotta capacità lavorativa pari almeno al 74%, licenziate o dipendenti da aziende in crisi con un tavolo aperto.

=> Pensioni in Legge di Bilancio, si riduce la flessibilità in uscita

Quindi, per riassumere, la nuova Opzione Donna dal 2023 al momento è riservata alle donne che rientrano nelle citate categorie e che, entro il 31 dicembre 2022, compiono 60 anni (uno in meno per ogni figlio fino a un massimo di due anni di riduzione) e maturano alla stessa data 35 anni di contributi.

Resta ferma la possibilità di uscita anticipata per le lavoratrici che maturano il requisito precedentemente previsto (35 anni di contributi e 58 o 59 anni di età, rispettivamente per dipendenti e autonome, entro il 31 dicembre 2021), in considerazione della cristallizzazione del diritto.

Per quanto riguarda la sua ultima domanda, ovvero cosa si può prevedere che succeda fra tre anni, posso solo sottolineare due elementi: l’Opzione Donna in manovra è una misura temporanea, che prevede la maturazione del diritto entro la fine del 2022. Non si può escludere che nel tempo, intervengano ulteriori proroghe, ma è più probabile che, nel frattempo, venga approvata una complessiva riforma del sistema previdenziale che introdurrà misure di flessibilità in uscita strutturali, superando quindi le varie formule “a scadenza” previste negli ultimi anni, compresa  l’Opzione Donna.

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Risposta di Barbara Weisz