Pensioni anticipate per donne nel 2023: quali opzioni?

Risposta di Barbara Weisz

Pubblicato 29 Novembre 2022
Aggiornato 19:51

Vincenza chiede:

Le donne nel 2023 possono andare in pensione con 41 e 10 mesi di contributi, a parte le nuove formule e l’Opzione Donna? I requisiti ordinari della Legge Fornero rimangono gli stessi anche per quest’anno?

La risposta è affermativa, le nuove forme di flessibilità in uscita si aggiungono alle forme ordinarie di accesso alla pensione, che al momento restano immutate.

Per cui, continuano a essere applicabili i requisiti per la pensione di vecchiaia (che richiede 67 anni di età e 20 anni di contributi) e quelli per la pensione anticipata (42 anni e dieci mesi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne), in base alla Legge Fornero.

Per conoscere la prima data utile entro la quale potrà andare in pensione, scegliendo una delle formule attualmente in vigore in base alla legislazione vigente (compresa la pensione anticipata Fornero, che comunque resterà invariata anche nel 2023), può usare il nostro simulatore online, che le restituirà il risultato della sua decorrenza pensione in tempo reale:

=> Calcolo pensione online

Dunque, le confermo che nel 2023 le donne potranno continuare ad andare in pensione con 41 anni e dieci mesi di contributi.

Scegliendo tale formula, non si applicano neppure gli scatti ai requisiti anagrafici dovuti all’adeguamento alle aspettative di vita, che sono stati bloccati fino al 2026. Pertanto, nel 2023 il requisito resta sicuramente fermo a 41 anni e dieci mesi di contributi, mentre è invece prevista una finestra mobile di tre mesi per la decorrenza della pensione.

Tornando alle novità allo studio del Governo, per il momento la Legge di Bilancio 2023 prevede semplicemente delle nuove forme di flessibilità in uscita aggiuntive rispetto a quelle ordinarie, in particolare la Quota 103 (62 anni di età + 41 anni di contributi) al posto della Quota 102.

In Manovra c’è anche la proroga dell’Opzione Donna, per andare in pensione con 35 anni di contributi interamente maturati presso un’unica gestione previdenziale (non è ammesso il cumulo), che fino al 2022 è concessa con un’età di 58/59 per dipendenti/autonome e che dal 2023 equipara il requisito anagrafico a 60 anni con uno sconto fino a due anni in presenza di più figli, limitando tuttavia l’accesso solo ad alcune categorie (caregiver, inabili al 74%, dipendenti in esubero da aziende con tavoli di crisi aperti).

In vista ci sarebbe anche una riforma pensioni che potrebbe apportare modifiche generali al sistema previdenziali, ma si tratta di una norma ancora tutta da scrivere. E che non vedrà la luce prima di fine 2023, bene che vada.

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