Ho 62 anni e vivo in Francia, residente e iscritto all’AIRE. Da più di 6 mesi lavoro in una ditta con un contratto a tempo indeterminato ma in Italia ho contributi da lavoro dipendente: 30 anni e 5 mesi nella Pubblica Amministrazione e 7 anni in aziende private (interamente riscattate), per un totale di 37 anni e 5 mesi. Per la domanda di pensione dovrò considerare la normativa previdenziale francese o italiana?
Tendenzialmente la pensione si chiede nel Paese in cui sono stati versati gli ultimi contributi. Nè rileva la residenza: se lei, pur vivendo in Francia versasse contributi in Italia per attività che rilevano fiscalmente in Italia, dovrebbe comunque applicare le regole italiane. E’ invece determinante il fatto che lei (come mi pare di capire) attualmente lavori per un’impresa francese, versando quindi i contributi nel paese d’Oltralpe.
L’istituto utilizzabile per sommare i contributi versati in diversi paesi è la totalizzazione internazionale, in base alla quale ogni istituto previdenziale interessato calcola la sua quota di pensione con le proprie regole. Quindi, nel suo caso, la gestione dei dipendenti pubblici e la gestione INPS dei dipendenti del privato calcoleranno le rispettive quote di pensione, e lo stesso farà l’istituto francese nel quale sta effettuando i versamenti.
E’ a quest’ultimo istituto, se sarà quello di ultima appartenenza nel momento in cui deciderà di andare in pensione, che dovrà fare domanda di pensione. Attenzione però: per utilizzare l’istituto della totalizzazione internazionale dei contributi ci vuole un minimo di 52 settimane (un anno) di contributi già versati.
Quindi, per tornare al suo caso, per il momento avendo lei solo sei mesi di contributi versati in Francia, non ha ancora il requisito per chiedere all’istituto previdenziale francese di riferimento di effettuare la totalizzazione. Quando avrà almeno un anno di contributi versati in Francia allora potrà farlo.
Hai una domanda che vorresti fare ai nostri esperti?
Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz