Nel 2017 ho firmato un contratto come dipendete a tempo indeterminato, con un patto di non concorrenza regolarmente retribuito. Dopo 4 anni la stessa cifra me la trovo raddoppiata, senza nessun accordo: è possibile ? Si può richiedere (con garanzie di risultato o impugnabili) che gli aumenti vengano spostati nel superminimo o nella paga base visto che sono sindacali?
Premetto che bisognerebbe conoscere con precisione la clausola del patto di non concorrenza che è stata prevista. Il patto viene siglato al momento dell’assunzione e prevede (in forma scritta) regole precise, poi applicate. Il fatto che il corrispettivo aumenti con l’anzianità aziendale è una tipologia prevista, con la progressione dettagliata nel patto; in caso contrario (cioè se l’azienda sta unilateralmente quantificando la somma spettante in modo diverso da quello pattuito), la clausola mi pare sicuramente impugnabile.
=> Il patto di non concorrenza tra impresa e lavoratore
Per quanto riguarda la possibilità di versare tali corrispettivi in busta paga invece che in un’unica soluzione, direi che anche questa è una strada percorribile, nel senso che è possibile stipulare un patto di concorrenza che prevede questo ipotesi, prevedendolo esplicitamente in forma scritta. Nel caso in cui la sua clausola di non concorrenza preveda il versamento in un’unica soluzione, per farselo versare in busta paga dovrebbe raggiungere un nuovo accordo con l’azienda.
In ultima analisi, in presenza di un accordo fra le parti, e nel rispetto di tutte le regole previste (quantificazione delle somme in veste di corrispettivo, versamento in busta paga con specifica tassazione), ognuna delle citate strade è percorribile.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz