Dal corrente anno, la tassazione IRPEF delle pensioni erogate dall’INPS è calcolata non sulla effettiva rata mensile lorda bensì su presunto annuo. E’ corretta tale prassi? Perché trattenere in anticipo ciò che è previsto e disciplinato in fase di conguaglio? Perché solo per i pensionati?
Lei rileva correttamente una differenza sul meccanismo di tassazione delle pensioni da parte dell’INPS nel 2021. L’Istituto di previdenza, nel Messaggio 1359/2021, spiega che il nuovo meccanismo ha l’obiettivo di «garantire l’applicazione dell’imposta in maniera omogenea nel corso dell’anno», e sottolinea che il calcolo «non incide sull’importo annuo dell’IRPEF complessivamente trattenuta, che resta invariato, ma assicura che la tassazione gravante sulla tredicesima mensilità sia omogenea a quella degli altri ratei dell’anno». Le relative indicazioni sono riportate nella sezione “Informazioni fiscali” del modello ObisM.
Questo nuovo meccanismo non cambia quindi la misura generale del prelievo fiscale annuo. In altri termini, non c’è una decurtazione delle pensioni provocata da un maggior peso fiscale, ma una diversa distribuzione del prelievo IRPEF.
La differenza non è determinata dal fatto che il calcolo viene fatto sul presunto annuo, ma che viene calcolata fin da subito anche la tredicesima. In altre termini, la tassazione viene spalmata su 13 mensilità e non più su 12. fino all’anno scorso, invece, l’IRPEF veniva calcolata su 12 mensilità e la tredicesima poi subiva una tassazione più alta, contenendo una sorta di conguaglio. Per dirla in parole semplici: i ratei mensili erano più alti e la tredicesima era più bassa. Quest’anni, invece, essendo l’IRPEF divisa sulle 13 mensilità, i cedolini mensili risultano più bassi dello scorso anno ma senza che poi ci sia un minore importo per il calcolo della tredicesima.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz