Chi lavora in smart working ha diritto ai buoni pasto secondo la nuova legge di febbraio 2021?
Non ci sono obblighi specifici, l’azienda è libera di decidere se mantenere o meno i buoni pasto ai dipendenti. Si possono però sottolineare due aspetti. Lo smart working non pregiudica in alcun modo la possibilità di concedere i buoni pasto. E l’Agenzia delle Entrate, proprio in considerazione della diffusione delle nuove modalità di lavoro agile determinate dall’emergenza Covid, ha specificato che i ticket restano regolamentati normalmente, quindi le imprese hanno diritto alle relative esenzioni fiscali anche se li applicano ai lavoratori in smart working.
L’orientamento del Fisco, che riconosce le esenzioni sui buoni pasto nel caso dello smart working, è contenuto in un interpello (risposta 956/2021). Non ci sono invece, su eventuali obblighi di erogazione, novità specifiche previste dal Milleproroghe o altre recenti normative anti Covid.
Quindi, per riassumere: l’azienda non deve necessariamente mantenere i buoni pasto ai lavoratori da remoto, ma può lasciarli ai dipendenti in smart working mantenendo tutte le agevolazioni fiscali previste. E’ però possibile che ci siano previsioni in questo senso nel contratto di lavoro applicato: se per esempio prevede sempre i buoni pasto, anche in smart working, allora l’azienda è tenuta a continuare ad applicarli. Ma solo se ci sono accordi collettivi o individuali in questo senso.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz