Un collega è venuto in ufficio durante l’attesa dell’esito del tampone del figlio, poi risultato positivo, con conseguente isolamento domiciliare del nucleo familiare e attivazione dello smart working per il sottoscritto. Dopo la comparsa di sintomi, anche il collega è stato sottoposto a tampone, risultato positivo. A questo punto cosa è previsto per i colleghi?
Mi pare di capire che lei sia già in smart working, quindi da questo punto di vista è stata già presa la prima iniziativa che deve scattare in questi casi (non andare in ufficio, se c’è un rischio contagio Covid).
In base al protocollo condiviso tra Governo e parti sociali, contenuto nell’allegato 12 al Dpcm del 3 novembre, l’azienda dovrebbe aver provveduto ad avvertire le autorità sanitarie locali, e a collaborare con questa nell’identificazione dei contatti stretti.
Se il provvedimento di smart working è stato preso in seguito alla procedura sopra descritta, o se sia stata una decisione precauzionale dell’impresa. In ogni caso, in base al protocollo è la modalità di lavoro da privilegiare in tutti i casi in cui è possibile.
Detto questo, nel caso in cui l’autorità sanitaria, avvertita dall’impresa, ritenga di dover effettuare iniziative nei suoi confronti, provvederà a contattarla.
=> Contagio in ufficio senza responsabilità automatica
Per quanto riguarda infine i provvedimenti precauzionali che lei deve invece prendere autonomamente, se ha avuto un contatto stretto con il collega risultato positivo, deve stare in quarantena per 15 giorni. Se, come mi pare di capire, è asintomatico, non è necessario fare il tampone (opzione che, autonomamente, può comunque valutare). In ogni caso, anche dopo il tampone eventualmente negativo, dovrebbe restare in quarantena precauzionale per dieci giorni. Il medico di base saprà comunque darle tutte le indicazioni.
Hai una domanda che vorresti fare ai nostri esperti?
Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz