Se un dipendente risulta positivo nonostante i protocolli adottati (distanziamento, DPI, sanificazione…) come da DCM, come si deve comportare l’azienda? Si è costretti a mettere in quarantena anche gli altri dipendenti? Basta farlo solo per il giorno in cui viene fatta un’ulteriore pulizia preventiva?
La gestione di un dipendente che presenta sintomi da COVID-19 prevede innanzitutto che l’azienda avverta immediatamente le autorità sanitarie competenti e i numeri di emergenza per il Coronavirus forniti dalla Regione o dal Ministero della Salute.
Per quanto riguarda le misure di quarantena a cui sottoporre gli altri dipendenti, l’indicazione contenuta nel protocollo condiviso allegato al Dpcm dell 11 giugno 2020 è quella di procedere all’isolamento di tutte le altre persone che lavorano negli stessi locali del collega risultato positivo all’influenza COVID-19.
Non è da questo evento che dipende la quarantena di altri dipendenti, ma dalla tipologia di contatto che hanno avuto con il potenziale contagio.
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L’azienda è poi tenuta a collaborare «con le Autorità sanitarie per la definizione degli eventuali contatti stretti di una persona presente in azienda che sia stata riscontrata positiva al tampone», per permettere alle autorità di applicare le necessarie e opportune misure di quarantena.
Attenzione: nel periodo dell’indagine, il datore di lavoro potrà chiedere a contatti stretti di lasciare cautelativamente lo stabile, secondo le indicazioni dell’Autorità sanitaria.
Le confermo infine che, in aggiunta alle normali attività di igienizzazione e sanificazione dei locali prevista dal protocollo, nel caso di presenza di un lavoratore positivo va fatta una sanificazione straordinaria dei locali aziendali.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz