Le nuove misure relative all’emergenza coronavirus potrebbero impattare sul lavoro presso i call center, dove vengono impiegati decine di lavoratori a poca distanza l’uno dalle altro. Glielo chiedo perché nella mia realtà non è preso nemmeno in considerazione un eventuale rischio.
La ringrazio molto per la domanda, che solleva una questione certamente rilevante per tutti i settori lavorativi.
Il rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro è una misura che riguarda tutti i contatti sociali. Lo ha previsto il dpcm dello scorso primo marzo (allegato 1) e lo ribadisce il nuovo decreto sul coronavirus dell’8 marzo.
Ritengo quindi che vada rispettato in tutti i luoghi di lavoro, E’ vero anche che tuttavia, in questo senso, manca una disposizione specifica.
Mi spiego meglio: ci sono norme per specifiche categorie di datori di lavori (bar, ristoranti, esercizi commerciali) che prevedono, per gli inadempienti rispetto alle misure organizzative per garantire la distanza di sicurezza, la sospensione dell’attività. Non c’è invece nessuna norma che prevede analoghe sanzioni per gli uffici o aziende non aperte al pubblico.
Ci sono solo regole che impongono il rispetto della distanza di sicurezza nelle riunioni (dove non sia possibile effettuarle in remoto).
Tuttavia la ratio della norma è chiara: garantire la sicurezza di tutti. In virtù di ciò la distanza di sicurezza ritengo debba essere applicata in tutti i luoghi di lavoro.
Tutto questo, dando per scontato che negli ambienti di lavoro siano rispettate anche le normali regole sulla sicurezza (dlgs 81/2008), che impongono specifici requisiti anche in materia di organizzazione degli spazi.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz