L’indennizzo per i commercianti che chiudono l’attività viene erogato per un massimo di tre anni oppure accompagna fino all’età della pensione?
L’indennizzo commercianti per chiusura attività viene erogato fino all‘età per la pensione di vecchiaia. Si tratta di una prestazione che ha il preciso scopo di accompagnare il commerciante alla maturazione dell’assegno dell’assegno previdenziale.
Come requisiti, oltre alla rottamazione della licenza commerciale, l’indennizzo richiede un’età minima di 62 anni per gli uomini e di 57 anni per le donne, nonché l’iscrizione da almeno cinque anni, in qualità di titolari o di coadiutori, alla Gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli esercenti attività commerciali. Non è necessario che i cinque anni siano continuativi (cfr.: Circolare INPS 77/2019), ma l’attività deve essere la stessa.
Viene versato a partire dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda. L’importo è pari al trattamento minimo per i commercianti, che per il 2020 è di 6.702,54 euro annui (515,58 euro mensili).
=> Indennizzo commercianti: le istruzioni INPS
Il periodo in cui il commerciante riceve questo ammortizzatore sociale è anche valido per la maturazione della pensione, ma non per la misura (nel senso che non sono previsti contributi figurativi che aumentano l’assegno previdenziale).
Il riferimento normativo è il Dlgs 207/1996, la legge di Bilancio 2019 ha reso l’indennizzo commercianti strutturale. Successivamente, con il DL 101/2019 (articolo 11-ter), il diritto è stato esteso a coloro che avevano chiuso l’attività nel 2017 e 2018 (erano rimasti fuori).
Hai una domanda che vorresti fare ai nostri esperti?
Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz