A seguito di sentenza del tribunale, che ha riconosciuto la sussistenza di rapporto lavorativo dipendente anziché di collaborazione, il datore di lavoro è stato condannato al versamento dei contributi INPS per tutto il periodo lavorativo in questione, ma invece non lo ha fatto per gli anni passati ritenendoli prescritti.
Che senso ha la sentenza se poi si applicano le prescrizioni ordinarie? Il termine dovrebbe essere di 10 anni a decorrere dalla sentenza, o sono in errore?
Inoltre, negli anni in questione il lavoratore aveva versato il dovuto come libero professionista: esiste il diritto al recupero di tali somme?
I dieci anni che rappresentano in effetti il termine di prescrizione contributi nel caso in cui ci siano contenziosi si contano dal momento cui il pagamento avrebbe dovuto essere effettuato. In altri termini, se i contributi non versati si riferiscono a oltre dieci anni prima, è effettivamente intervenuta la prescrizione.
In realtà, però, nel suo caso c’è una sentenza, che dovrebbe prevalere rispetto al termine di prescrizione.
Se ci sono dei contributi che, in base alla sentenza, l’azienda è tenuta a pagare, non ritengo si possa più applicare la prescrizione decennale sopra esposta. Chieda evidentemente anche ad altre fonti, naturalmente.
=> Risarcimento per contributi in prescrizione
Per quanto riguarda i contributi versati, ogni istituto previdenziale ha specifiche regole sull’eventuale possibilità di recupero. Quindi, direi che la cosa migliore nel suo caso è rivolgersi direttamente all’ente pensionistico.
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