Vorrei usufruire di un congedo parentale per 3 mesi e andare all’estero (giugno – settembre). Il mio datore di lavoro si può opporre? Sono impiegato, addetto ad uno sportello clienti.
Il congedo parentale è un diritto del genitore al quale il datore di lavoro non si può opporre ma è esercitabile esclusivamente per la cura del bambino.
Tuttavia la legge non esclude la possibilità di viaggiare, quindi lei può chiedere il congedo e andare all’estero con il figlio per prendersi cura del quale ha chiesto il congedo. Non può, invece chiedere un congedo parentale e recarsi all’estero affidando il bambino alle cure di qualcun altro.
Tengo a precisare che lei non è tenuto a motivare la richiesta di congedo parentale, e men che meno a comunicare al datore di lavoro come intende programmare le giornate o i periodi in cui è in congedo. Deve invece fornire un minimo periodo di preavviso.
Ritengo invece consigliabile – a fronte di un periodo così lungo di astensione dal lavoro – cercare di concordare, nei limiti del possibile e nel rispetto di tutte le esigenze, le date di congedo con il datore di lavoro. Che, però, ripeto, non può opporsi all’esercizio di un diritto, rifiutandole il congedo parentale.
Ricordo in sintesi che la legge riconosce in tutto 10 mesi di congedo parentale ai due genitori, che salgono a 11 mesi nel caso in cui il padre ne fruisca per almeno tre mesi.
Il congedo va utilizzato entro i 12 anni di vita del bambino (con indennità del 30% sulla retribuzione dovuta nei primi 6 anni di vita). Il riferimento normativo è il testo unico maternità e paternità (dlgs 151/2001).
Può essere utile, in materia di orientamento giurisprudenziale sul concetto di abuso del congedo parentale, la sentenza di Cassazione 509/2018, che stabilisce la discriminante fondamentale, rappresentata dal fatto che il congedo parentale deve essere utilizzato per prendersi cura del figlio.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz