Qualora, dopo la presentazione della domanda di APE Volontario e dunque anche di pensione futura, dovessero intervenire modifiche (peggiorative) degli attuali requisiti pensionistici (es. di età e/o metodo di calcolo dell’assegno), la data prevista per la pensione al momento della domanda rimarrebbe un “diritto acquisito” per essere liquidato con le attuali regole?
La ringrazio per la domanda che mi consente di rispondere a un dubbio che hanno molti lettori, soprattutto in vista di nuove regole sulle pensioni. In generale, escluderei che qualsiasi nuova norma “peggiorativa” possa spostare la data della pensione di chi è già in APE volontario.
Anche perché si tratta di un anticipo pensionistico, finanziato dal sistema privato (in pratica, dalle banche), per cui le condizioni devono restare quelle sulla base delle quali è stato concesso il prestito.
L’unico caso in cui è possibile che la pensione si sposti, e di conseguenza l’APE si allunghi, riguarda gli adeguamenti alle aspettative di vita successivi al 2021. Proprio per evitare che questo comporti problemi sul fronte del finanziamento, il decreto attuativo (150/2017) ha previsto che l’assistito debba esprimere al momento della domanda la volontà di allungare l’APE oltre i tre anni e sette mesi in virtù dell’adeguamento alle aspettative di vita. In questo modo, quando la banca concede il finanziamento di fatto si impegna già ad allungarlo, senza fare alcuna verifica.
In tutti gli altri casi, possiamo tranquillamente supporre che eventuali novità legislative non avranno impatto su coloro che già percepiscono l’APE.
Le ricordo che l’anticipo previdenziale è previsto, in via sperimentale, fino alla fine del 2019 (data entro la quale bisogna quindi maturare i requisiti previsti e presentare la domanda).
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz