E’ in discussione la possibilità di andare in pensione una volta raggiunta la quota 100 (probabilmente 65 anni di età+ 35 anni di contributi). Vorrei sapere se nelle attuali intenzioni la “quota 100” andrà a sostituire la pensione di vecchiaia (ora fissata a 67 anni e 20 anni di contributi) oppure se sarà facoltà del lavoratore scegliere se andare in pensione a “quota 100” oppure a 67 anni.
Nel primo caso, che ne sarà di coloro che hanno più di 20 anni di contributi, ma meno di 35? Esodati-bis?
Premesso che per il momento possiamo fare solo ipotesi basate sulle anticipazioni su come sarà la quota 100, da quel che emerge la nuova formula di pensione con uscita flessibile dal mondo del lavoro non sostituirà la pensione di anzianità o anticipata, (con importi variabili in base a età e anni di contribuzione) ma vi si affiancherà, così come hanno fatto altre soluzioni come Opzione Donna e Pensione Precoci.
Per intenderci, non cambieranno i requisiti per andare in pensione di vecchiaia (dal 2019, 67 anni e 20 anni di contributi) o quelli per la pensione anticipata (42 anni e dieci mesi, a cui se ne aggiungeranno altri cinque nel 2019, un anno in meno per le donne).
Sarà però possibile, raggiungendo la quota 100 e nel rispetto dei requisiti che saranno previsti, utilizzare questa ulteriore possibilità.
Ad esempio, un lavoratore di 65 anni e 35 anni di contributi non può andare in pensione di vecchiaia perché è troppo giovane e non può andare in pensione anticipata perché non ha versato abbastanza contributi. Avrebbe però il requisito per rientrare nella quota 100, che quindi diventerà un’opzione in più.
In nessun caso, comunque, la quota 100 cancella precedenti norme, per cui non si rischiano casi esodati bis.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz