Sono tutore di disabile ed ho assunto una badante straniera, convivente e con regolare contratto. Se continuasse a lavorare in Italia a 67 anni potrebbe avere la pensione di vecchiaia? E’ necessaria la residenza in Italia?
Certo, il versamento dei contributi previdenziali consente alla lavoratrice di incrementare la propria posizione in vista della futura pensione. Che percepirà nel momento in cui raggiungerà il requisito previsto per legge (ad esempio, l’età per la pensione di vecchiaia e 20 anni di contributi), indipendentemente dalla cittadinanza e anche dal fatto di restare a vivere nel Paese. Il lavoratore ha diritto a percepire la pensione maturata in Italia anche nel momento in cui torna nel proprio Stato di origine.
Non solo: in molti casi (cittadini comunitari o di paesi firmatari di specifiche convenzioni con l’Italia), il lavoratore straniero può anche esercitare il cumulo dei contributi versati nei diversi paesi, per raggiungere il diritto a pensione nell’ultimo paese di residenza. Questa possibilità è prevista ad esempio per tutti i cittadini UE.
In ogni caso, nel momento in cui un lavoratore stranieri, nel suo caso il badante, raggiunge il requisito per il diritto a pensione, sia di vecchia sia anticipata, percepisce il relativo trattamento. Se invece quando termina l’attività, magari per raggiunti limiti di età, non ha raggiunto il diritto autonomo a pensione, il lavoratore percepirà una somma rapportata ai contributi effettivamente versati se ha iniziato a lavorare dopo il 1996.
Hai una domanda che vorresti fare ai nostri esperti?
Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz