Ci sono differenze, ai fini del valore monetario finale delle pensione, fra importi di contribuzione versati dal datore di lavoro e contribuzione volontaria (a parità di importo contributivo versato)?
Direi proprio che non ci sono differenze fra i contributi versati dall’azienda e quelli volontari, che servono proprio a coprire periodi contributivi ai fini della maturazione del diritto a pensione o dell’importo dell’assegno previdenziale. Bisogna avere i requisiti per poterli versare (tendenzialmente, possono esercitare questa opzione coloro che hanno interrotto un rapporto di lavoro, o chiesto periodi di aspettativa, o che lavorano part-time). Ma sono comunque contributi versati, che quindi valgono a tutti gli effetti per il calcolo dell’assegno previdenziale.
Diverso è il caso dei contributi figurativi, che spettano al lavoratore in determinate situazioni (ad esempio, mentre percepisce gli ammortizzatori sociali), ma che vengono di fatto calcolati teoricamente, non effettivamente versati. In questo modo si tutela il diritto alla maturazione della pensione, ma questi contributi hanno in alcuni casi un valore diverso da quelli effettivamente versati. In relazione alle diverse tipologie di pensione, o di strumenti di flessibilità in uscita, possono ad esempio essere conteggiati solo in parte, oppure essere esclusi dal calcolo.
Ma i contributi volontari sono invece effettivamente versati, e quindi valgono a tutti gli effetti per il calcolo della pensione.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz