In merito al vs articolo a firma Barbara Weisz, a mio modesto parere non dovrebbe accadere quanto ipotizzato perché la Salvaguardia dovrebbe escludere il pensionando da qualsiasi nuova normativa introdotta dalla legge Fornero e pertanto la legge a cui si deve fare riferimento è quella precedente, la quale non contemplava gli ultimi scatti introdotti per l’adeguamento all’aspettativa di vita, ma applicava una finestra di 15 mesi che faceva slittare la data di pensionamento.
Lei potrebbe naturalmente avere ragione, proprio per questo insisto sul fatto che sarebbero necessari chiarimenti INPS. Lei si riferisce, immagino, al rischio pensione per gli esodati rappresentati dai cinque mesi che dal 2019 ci vorranno per andare in pensione.
E’ vero che agli esodati che rientrano nelle salvaguardia, come lei giustamente sottolinea, non si applicano normative introdotte successivamente alla legge Fornero (dl 201/2011), ma il punto è proprio questo: la normativa sulle aspettative di vita è precedente alla Legge Fornero (dl 78/2010), ed è esplicitamente richiamata nella stessa riforma pensioni di fine 2011. Quindi, può essere applicata anche agli esodati che rientrano nelle salvaguardie.
E’ anche vero che i singoli provvedimenti sull’innalzamento delle aspettative di vita sono successivi. Ad esempio, l’incremento di cinque mesi dal 2019 è stato fissato nel 2017. Ma comunque questo avviene nel rispetto di una legge del 2010, quindi precedente alla Riforma Fornero.
Per riassumere: la Legge Fornero non contemplava gli ultimi scatti delle aspettative di vita, come lei giustamente afferma, ma incamerava però il meccanismo degli adeguamenti stessi. E’ questo il punto su cui sarebbe necessaria chiarezza da parte dell’INPS: l’interpretazione da lei fornita con questa domanda può rappresentare, a mio avviso, un utilissimo spunto di riflessione.
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