Andando in pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi e volendo proseguire con il lavoro (autonomo), si è soggetti ad eventuale decurtazione sulla pensione?
No: non solo lei può continuare a lavorare ma di fatto i nuovi contributi che lei versa continuano ad essere valorizzati per la pensione, che quindi periodicamente si incrementerà. Nel caso del lavoro dipendente, la cessazione del rapporto di lavoro è necessaria per andare in pensione (successivamente, il pensionato può eventualmente intraprendere una nuova attività). Nel caso del lavoro autonomo, invece, non bisogna smettere di lavorare.
Sul suo reddito da lavoro, l’ente previdenziale effettuerà una trattenuta che non può superare il 30%. Questi contributi, le daranno diritto al cosiddetto supplemento di pensione, che spetta appunto ai pensionati che continuano a versare contributi da lavoro anche dopo essere andati in pensione. Per poter ottenere questo supplemento di pensione, però, devono passare almeno cinque anni dalla data del pensionamento.
=> Supplemento di pensione: come funziona
Poi, la liquidazione di questa somma avviene ogni cinque anni. E’ anche necessario che il pensionato, nel momento in cui riceve il primo versamento, abbia già raggiunto il requisito per la pensione di vecchiaia. Infine, per una sola volta e sempre che sia già raggiunta l’età per la pensione di vecchiaia, si può chiedere la liquidazione anticipata del supplemento pensione dopo due anni dalla data del ritiro, oppure dall’ultimo versamento. Il supplemento non è un assegno separato, ma fa parte integrante della pensione. Per ottenerlo, bisogna presentare specifica domanda all’INPS. Il riferimento normativo è l’articolo 7 della legge 155/1081.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz