Sono dipendente di un ente locale, ho 63 anni e a ottobre avrò 41 di servizio (compreso riscatto laurea e periodo lavorativo in altra ditta). In pensione anticipata potrei andare il 4 agosto 2018. Il 30 dicembre 2016 sono caduta, dopo un mese di infortunio e di malattia ho ripreso il lavoro. La caduta mi ha provocato un’ernia e dall’ufficio personale dicono che posso chiedere il pensionamento per inabilità professionale. Cosa ci rimetto a livello economico (attuale stipendio di circa 1800 euro)?
La pensione per inabilità professionale è riconosciuta solo nel caso in cui sia accertata una permanente impossibilità a svolgere attività lavorativa. Non mi sembra sia il suo caso, visto che dopo l’infortunio ha già ripreso a lavorare. Quindi, direi che le conviene aspettare di maturare il diritto alla pensione di vecchiaia o a quella anticipata.
=> Pensione e inabilità, requisiti e contributi
Tenga presente una cosa: avendo compiuto i 63 anni potrebbe avere accesso all’APe volontaria, anticipo sulla pensione da restituire a rate quando si matura il diritto vero e proprio. Oltre a quello anagrafico, i requisiti sono: almeno 20 anni d contributi, al massimo tre anni e sette mesi alla maturazione del diritto a pensione di vecchiaia, un assegno pari a 1,4 volte il minimo (700 euro al mese). Lei ha il requisito contributivo e quello relativo all’entità dell’assegno, deve calcolare quanto tempo le manca alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia.
Attenzione, però: se lei fa domanda di APe volontaria deve contestualmente chiedere anche la pensione di vecchiaia (alla quale accederà dopo l’APe, nel momento in cui matura i requisiti). In parole semplici, significa che se decide di chiedere l’APe si rinuncia alla pensione anticipata. A me sembra che, avendo lei molti anni di contribuzione, le convenga aspettare la maturazione del diritto a pensione anticipata.
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Chiedi all'espertoRisposta di Anna Fabi