Sono nata il 28/05/1959. Potrei rientrare nei precoci in quanto ho iniziato a lavorare il 1/10/1976, maturando oltre un anno prima dei 19 di età, attualmente usufruisco della Naspi (scadrà ad aprile 2018 dopo 24 mesi) e, trascorsi ulteriori tre mesi, sarei in grado di presentare la domanda di pensione. Verificherò a breve se far valere la condizione di “assistenza al parente” (padre dializzato) in quanto sono in corso gli accertamenti per l’invalidità ecc. Considerato che a quell’epoca è possibile che i fondi destinati ai precoci siano esauriti con il rischio di vedersi spostare la domanda all’anno successivo e che al primo ottobre 2018 sarei comunque andata in pensione con 41 e 10 mesi di contributi previsti dalla Legge Fornero, vale la pena correre il rischio e procedere come precoce o lasciare che maturino i requisiti Fornero integrando i mesi di contribuzione mancanti?
La sua è una domanda utile per spiegare che è sempre meglio analizzare tutte le possibilità che la legge consente per andare in pensione.
Dagli elementi che lei fornisce, mi sembra che l’ipotesi per lei più conveniente sia quella di privilegiare la scelta che la fa entrare prima in pensione, quindi quella relativa al lavoro precoce.
È vero che corre il rischio di vedersi far slittare la domanda al 2019, nel qual caso perderebbe qualche mese rispetto all’opzione pensione anticipata.
Però non è detto che le due cose siano necessariamente alternative l’una all’altra: bisogna attendere il decreto attuativo sulla domanda di pensione per il lavoro precoci, ma non escluderei la possibilità di poter comunque, nel caso in cui la sua domanda venga respinta per esaurimento fondi e fatta slittare all’anno successivo, presentare la richiesta di pensione anticipata.
Le consiglio di verificare questa possibilità chiedendo all’INPS o rivolgendosi a un centro di assistenza fiscale, magari aspettando che prima escano i tanto attesi decreti attuativi sulla pensione anticipata deivprecoci inserita in Legge di Stabilità, che potrebbero fornire indicazioni utili.
Tenga presente che per quanto riguarda l’assegno, non c’è differenza fra quello che maturerebbe con le due diverse ipotesi (in ogni caso, si tratta di una pensione piena).
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz