Mi sono recato all’estero per conto della mia azienda. Il mio bagaglio è andato subito perso, costringendomi a ricomprare tutto per proseguire la trasferta (diversi giorni), utilizzando la carta di credito aziendale. Al ritorno, l’azienda mi ha detratto dalla busta paga l’importo speso. Non avrebbe dovuto farsi carico di quei costi? Esiste una normativa in merito?
Nell’ipotesi in cui il lavoratore, durante una trasferta ma più in generale durante lo svolgimento della propria attività (comprese le fasi preparatorie o successive all’attività vera e propria) subisca un danno non imputabile al proprio datore di lavoro, non avrà diritto al risarcimento da parte di quest’ultimo.
Devo ammettere che nell’esperienza di tutti i giorni è facile trovare datori di lavoro che sopportano in tutto o almeno in parte l’onere economico causato da situazioni come quella descritta dal lettore. È bene precisare, però, che in assenza di specifica previsione contrattuale, trattasi di facoltà e non di obbligo.
Suggerisco, a chi dovesse trovarsi in una tale spiacevole situazione, l’accortezza di avvisare preventivamente il proprio datore di lavoro dell’inconveniente per chiedere, contestualmente, l’autorizzazione a sostenere delle spese extra, non preventivate, per consentire il regolare svolgimento della prestazione lavorativa. A quel punto, dopo che il datore avrà attentamente valutato il tipo di spesa da sostenere ed eventualmente apposto un tetto massimo alla stessa, sarà più difficile che possa effettuare una legittima trattenuta in busta paga. In assenza di una precauzione simile ritengo il comportamento datoriale, seppur inopportuno, legittimo.
Michele Bolpagni – Consulente del Lavoro
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