In Italia si osserva un incremento delle vendite nella piccola distribuzione, in barba alle grandi catene distributive, in particolare se accompagnato da strategie volte a consolidare il rapporto di fiducia con i clienti, dal perseguimento della qualità e dall’impegno verso etica ed innovazione.
Soddisfazione dei consumatori
Gli Italiani stanno cambiando abitudini e mentalità: il 30% preferisce acquistare nei piccoli negozi, dove ritiene di poter trovare prodotti con migliore rapporto qualità/prezzo e instaurare un rapporto di fiducia con il negoziante.
Lo conferma una ricerca ISPO e commissionata dalla Nuncas per testare le scelte d’acquisto dei consumatori in relazione al comparto in cui opera l’azienda (prodotti per la cura dei tessuti e della casa). Essendo emersa una forte propensione ad una selezione molto personale e puntuale dei prodotti per un 60% degli acquirenti (in prevalenza donne 35-44enni), il 34% sceglie la piccola distribuzione per praticità e vicinanza all’abitazione (51%), per fiducia verso il negoziante (36%) e per un miglior rapporto qualità/prezzo (66%).
Il 66% è disposto a pagare di più pur di avere un prodotto che realmente mantenga le promesse dell’etichetta. L’efficacia viene percepita come sinonimo di qualità per il 44% degli acquirenti che manifestano anche un certo “campanilismo” per i prodotti Made In Italy scelti nel 30% dei casi. La fiducia verso un prodotto che funziona orienta le scelte verso prodotti specifici per il 67% degli acquirenti e, su base nazionale, il 44% resta fedele a una marca.
Mercato in positivo
Il trend positivo della piccola distribuzione era stato evidenziato con lievi e incoraggianti segnali già nel II semestre del 2010 nel rapporto dell’Osservatorio sul commercio nazionale, da cui risultano valori in crescita per il commercio al dettaglio per l’area alimentare e non. In particolare su base nazionale si assisteva ad una variazione tendenziale positiva seppur lieve, pari allo 0,4% rispetto all’analogo periodo 2009, con un fatturato totale di 135.000 milioni di euro. Unica differenza significativa emersa fra Nord e Sud, la scelta dei risparmiatori rispetto al canale distributivo: nel Mezzogiorno piccola distribuzione (+0,2%), al Nord grande distribuzione.
Vantaggi della piccola distribuzione
Per Bruno Milani, segretario dell’Unione Commercio, Turismo e Servizi della provincia di Lodi, la piccola distribuzione ha il merito di adottare un politica dei prezzi bassi stimolando la libera concorrenza, che obbliga i grandi centri commerciali ad attuare politiche di sconti e ribassi.
In aggiunta è interessante notare una sensibilità maggiore in favore della piccola distribuzioneda parte dei giovani: i centri commerciali non sono più visti come la panacea di ogni necessità ma risultano spesso una scelta deludente, perché carenti di figure capaci di consigliare il prodotto più adatto allo specifico problema del consumatore.
La piccola distribuzione acquisisce quindi una valenza di maggiore utilità in relazione alla domanda di esperienza e competenza, indirizzando i consumatori con precisione e cognizione. Non meno importante, il ruolo sociale che svolgono queste piccole realtà, a cui si rivolgono moltissimi anziani disorientati dalla vastità di scelta delle grandi catene.
Ancora: è di grande interesse il ruolo della piccola distribuzione rispetto alla dignità dei lavoratori che vengono assunti regolarmente, piuttosto che essere troppo spesso sottopagati e sfruttati mediante contratti stagionali.
La piccola distribuzione è infine un canale controllabile dall’azienda produttrice: in relazione alle campagne di marketing, al prezzo consigliato e al modo di accogliere i consumatori. Tanto che, proprio la Nuncas, come ammette l’Amministratore delegato Luca Manzoni, ha scelto il canale distributivo diretto mediante l’apertura di negozi monomarca per accogliere il consumatore secondo le regole di qualità, cortesia e filosofia proprie dell’azienda a dimostrazione che a volte “piccolo è meglio”.