La piazza del Popolo di imprenditori e PMI

di Barbara Weisz

Pubblicato 18 Febbraio 2014
Aggiornato 21 Aprile 2014 22:00

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Oltre 60mila imprenditori a Roma per la mobilitazione di RETE Imprese Italia, chiedendo a Renzi meno tasse e burocrazia, più lavoro, credito e politiche a misura di PMI.

Slogan anche duri per chiedere alla politica di occuparsi “di più e meglio” delle piccole e medie imprese: 60mila imprenditori sono scesi in piazza in una manifestazione di protesta  (troppe tasse) e di proposte (al nuovo Premier) organizzata da RE.T.E Imprese Italia. “Senza imprese non c’è Italia” è lo slogan scelto per sottolineare gli effetti disastrosi di cinque anni di crisi sul imprese e PMI, strette fra pressione fiscale alle stelle e difficoltà di accesso al credito.

I leader delle associazioni imprenditoriali (Confcommercio, Confartigianato, Cna, Confesercenti, Casartigiani) chiedono a Matteo Renzi di «cambiare registro».

La protesta

Commercianti, artigiani e titolari di PMI sono scesi in piazza «per continuare a lavorare e non per cercare lo scontro». «Non abbiamo perso la speranza ma abbiamo perso la pazienza […] rispettateci e date riconoscimento alle nostre ragioni» (Giorgio Merletti, presidente Confartigianato). «Se per la prima volta nella storia d’Italia i nostri imprenditori sono qui in piazza così numerosi vorrà pur significare qualcosa». «La crisi ha lasciato e continua a lasciare cicatrici profonde sulla pelle delle nostre imprese. Troppi posti di lavoro sono stati persi e tanti colleghi e amici non ci sono più» (Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio).
«Siamo in un Paese in cui ogni tre giorni c’è un adempimento, dove il Digitale non ha sostituito il cartaceo, dove per tracciare i rifiuti ci si è inventati un mostro come il SISTRI, ma non siamo noi ad aver creato la terra dei fuochi» (Daniele Vaccarino, CNA). «Non scappiamo e non delocalizziamo, ma l’artigiano è solo davanti alla cartella della tasse, al funzionario di banca che dice no, ai tecnici lunari e agli scienziati» (Giacomo Basso, Casartigiani).

Le proposte

Il punto è quello: serve un nuovo sistema fiscale che venga incontro ai contribuenti ed un pacchetto di misure per le PMI. «I nostri problemi sono sempre quelli che ricordiamo: lavoro, credito consumi. Dobbiamo abbassare di un punto l’IRPEF e abolire l’IRAP. Ridiamo fiato ai consumi e ridiamo fiducia agli imprenditori riaprendo i rubinetto del credito». «Dobbiamo combattere l’abusivismo e la contraffazione». «Se non riceveranno adeguate risposte dal nuovo Governo, gli imprenditori sono pronti a scendere nuovamente in piazza, più numerosi e determinati di oggi» (Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio). Gli imprenditori chiedono dunque nuove leggi sul lavoro, meno tasse su imprese e lavoro, semplificazioni burocratiche, provvedimenti e politiche a misura di PMI, incentivi per assunzioni e investimenti, innovazione digitale, minori costi per l’energia, niente SISTRI e riduzione progressiva dell’IMU sugli immobili d’impresa.

La manifestazione segue di pochi giorni il grido d’allarme, partito da Confindustria Piemontese, che ha dato vita il 14 febbraio a un flash mob di imprenditori davanti a Montecitorio.